« Aforisma: una verità detta in poche parole - epperò detta in modo da stupire più di una menzogna. »
(Giovanni Papini, Dizionario dell'Omo Selvatico).
Quanto al contenuto, Karl Kraus affermava che «L'aforisma non coincide mai con la verità; o è una mezza verità o una verità e mezza» e «Un aforisma non ha bisogno di esser vero, ma deve scavalcare la verità. Con un passo solo deve saltarla» (Detti e Contraddetti, Adelphi Editore).
Umberto Eco, ha proposto la nozione di aforisma cancrizzabile, Tentare di cancrizzare un aforisma significa mettere alla prova la sua validità in quanto portatore di un nuovo punto di vista per chi lo comprende. Un aforisma cancrizzato con successo rivela infatti immediatamente al lettore che entrambe le sue forme (la usuale e la cancrizzata) sono in pari misura vere, e che in definitiva l'aforisma in questione non è portatore di conoscenza ma è soltanto un'espressione arguta.
Quanto al distorcere, un segnale si distorce quando lo si può ricevere; ma in questo caso esiste proprio l'impossibilità di ricevere il segnale: è come se una radio volesse ricevere un segnale TV. La "verità" che crediamo di raggiungere è sempre soggettiva, finché rimane nell'ambito del pensato e del conosciuto. Può obiettivarsi solo allorché si traduca in azione, cioè in verità vivente. Ma è estremamente difficoltoso. Non ho ancora conosciuto nessuno che vi sia riuscito. Ma so che è possibile, ed è già tanto.
Quanto al tipo di esperienza che riferisci, è del tutto normale per chiunque non abbia un'appartenenza, una collocazione precisa, e viva una propria identità non agevolmente classificabile, o addirittura inclassificabile del tutto.
" (...) la nascita, l'educazione, fors'anche la vita vissuta distorcono la verità delle cose". Non la distorcono, Vincenzo: DETERMINANO la verità soggettiva, insieme a tanti altri fattori.
E la verità obiettiva?
Non è conoscibile, proprio perché la soggettività deforma la percezione della realtà.
E' però praticabile: è questo il punto da recepire. Tu non puoi e non potrai mai conoscere la verità, perché il tuo essere non è idoneo a contenerla e comprenderla; ma puoi agire COME SE la conoscessi, cosa INFINITAMENTE più importante del conoscerla. Perché la conoscenza è cosa m0rta, non è vivente, mentre viceversa l'azione può mutarsi in conoscenza vivente. Che è SAPIENZA.
Io ti prego di meditare lungamente su queste parole, perché in esse è la soluzione che cerchi.
Vincenzo , amico , qualunque incomprensione o reale difformità di vedute , di opinioni , è beneaccetta .
Spero che tale propensione si sviluppi e permanga in me il più a lungo possibile.
Ciao.
"Mettersi in testa il casco è un reato, si chiama travisamento e si rischia come minimo di essere denunciati".
Viva gli scolapasta !
Speriamo che i tentacoli dell' ignoranza non riescano ad infilarvisi.
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