Commenti a "Bene e male non esistevano prima che l'uomo li..." di Giuseppe Ierna
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postato da bluedeep, il
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postato da margherita1, il
Molto chiara la tua esposizione, ma non sarà che bene-male sia stato un metro di misura dell'uomo stesso per regolamentare la vita sociale?
In fondo ogni aspetto dell'essere umano nasce da una necessità oggettiva,
il desiderio invece è prettamente soggettivo e differisce dal vissuto di ognuno di noi. Se il bene -male fosse un valore assoluto sarebbe universale e insito in noi, mentre la cultura, i tempi e la società ne determinano la scala.Io non ho la certezza di cosa sia bene , mentre ho la certezza di cosa è male, direi che è già qualcosa.
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postato da Giuseppe Freda, il
Giulio, ho pronta la risposta ai tuoi dubbi. Ho a lungo meditato se inserirla o meno in presenza di questa persona, il cui intento purtroppo è unicamente quello di disturbare. Ritengo tuttavia doveroso inserirla, perché non dobbiamo farci nè intimorire nè bloccare nelle nostre discussioni da questo pover'uomo.
Ecco dunque ciò che io penso sull'argomento.
A livello meramente razionale, io non credo si possa essere del tutto sicuri che esista una realtà MATERIALE oggettiva, perché tutto ciò che ciascuno di noi percepisce va a comporre una rappresentazione che è del tutto soggettiva. Abbiamo certamente dei limiti percettivi comuni, che ci fanno vedere e misurare gli stessi oggetti materiali; ma della natura intrinseca di questi oggetti non conosciamo nulla; potrebbero benissimo consistere di onde anziché di particelle, o addirittura essere di intrinseca natura spirituale. Potremmo cioè percepire lo spirito come materia. Qui però mi fermerei, perché ritengo assurdo che possiamo tutti insieme essere vittime di mere allucinazioni collettive. Quindi una realtà oggettiva, secondo me, esiste.
Ciò che mi induce a diffidare dei concetti antitetici (perché antitetici sono, per definizione) di bene e male è - come dicevo - la problematicità della dicotomia, nel senso che, a fronte di ampi territori in cui i due concetti sono chiaramente distinguibili (ho fatto più sopra una distinzione che taluni hanno definito manichea), esistono zone di penombra in cui bene e male diventano un'opinione: è, per intenderci, la zona in cui opera la maggior parte delle norme giuridiche, spesso legate ai costumi più che a chiare ed univoche risonanze con i concetti di bene e di male.
Questa circostanza mi induce a credere che i concetti di bene e male, come del resto nel racconto biblico che ce ne indicava originariamente sprovvisti, siano una sovrastruttura della nostra mente, e che invece i concetti davvero fondamentali dell'Universo reale siano quelli di Amore e Odio; che però solo nella nostra mente, tra virgolette "malata", vengono a costituire una dicotomia come quella bene/male, mentre in realtà, a mio avviso, esiste un'unica forza reale nell'Universo, cioè l'Amore, che si esprime ai livelli più elementari come forza di attrazione, ai suoi livelli più alti come amore incondizionato anche per il nemico, ai suoi livelli più bassi come disamore, istinto di distruzione o autodistruzione, che però a ben vedere è sempre amore: anche il "cupio dissolvi", se ci guardi, consiste in un "cupio", cioè in un "desidero".
Ciò mi sembra in perfetta linea con l'insegnamento di Gesù Cristo, che modifica il decalogo di Mosé,fatto di norme che distinguono con l'accetta il bene dal male, con diversi "precetti" relativi al "non desiderare". Come si fa, Giulio, a "non desiderare" di rubare, se si è ladri? Al massimo si può non rubare!! In questo "non desiderare", secondo me, si fa un riferimento preciso ad un livello di evoluzione spirituale da conseguire, a una norma dell'essere più che a una norma di comportamento, che mi sembra perfettamente in linea con l'abbandono dei rigidi concetti di bene e di male. Gesù, del resto, adotta lo stesso tipo di valutazione, questa volta all'incontrario, per quanto riguarda il concetto di male: quando i farisei lo rimproverano per aver guarito in giorno di Sabato (al Sabato era vietato dalla legge mosaica compiere qualsiasi attività), egli risponde "Il figlio dell'Uomo è padrone del sabato". Con ciò evidenziando che la LEGGE, per sua natura impostata sulla dicotomia bene/male, è da superarsi ove ciò sia richiesto da un atto di amore.
Queste cose, purtroppo, non vengono evidenziate se non di sghimbescio dalla filosofia cristiana, tutta intenta ad elucubrazioni teologiche sulla natura di Dio e sul sesso degli angeli, e purtroppo avulsa, salvo rari casi, dalla realtà della vita vissuta e da vivere.
In conclusione: io credo che i concetti di bene e di male siano limiti della nostra razionalità, e che in ciò che esiste e preesisteva all'essere umano esista il solo concetto di amore, che può assumere le più diverse intensità e sfumature; nel che è la possibilità,per quanto ci riguarda, di un progredire INFINITO verso la "mente" di Dio.
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postato da margherita1, il
Bhò, se pensi di stimolare una mia reazione dandomi dell' insicura sbagli, a
ma del pensiero altrui da soprattutto del tuo m'importa poco pensala come vuoi per me non cambia niente. Vuoi dire che ti se tuffato dentro l'insalata di riso ?
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postato da AS, il
PS:
e comunque la tua bellezza non sta nelle tue parole, ma nella tua nascosta insicurezza.
Io ho preparato l' nsalata di riso per domani..
c'ho messo pure qualche massone dentro.
:))