Commenti a "A me non piace la definizione di "ateo" perché..." di Umberto Galimberti


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Mi pare che Galimberti, anche in questo come in diversi altri casi, manifesti tutta la sua ineffabile superficialità. Asserire infatti che una persona è atea ed un'altra è credente non mi sembra possa creare una discriminante tra gli uomini, ma solo, come in infiniti altri casi, una discriminante tra le idee e le convinzioni degli uomini: il che è molto, molto diverso. Volendo ragionare come Galimberti, la stessa cosa si potrebbe dire di monaerchici e repubblicani; e - perché no - anche di maschi e femmine.
     E' purtroppo il tempo dei nuovi sofisti, che propugnano improbabili e becere filosofie al solo scopo di acquisire notorietà e consenso tramite i mille mezzi forniti dai mass media nei confronti di masse sempre più ig*noranti e prone ai battage pubblicitari.

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