Commenti a "La nostra concezione di Dio deriva dall'antico..." di Bertrand Russell
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postato da Giuseppe Freda, il
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postato da Giuseppe Freda, il
Degne di una cornice mi appaiono le seguenti parole di Russell:
L'educazione dovrebbe mirare alla libertà della mente dei giovani, e non al suo imprigionamento in una rigida armatura di dogmi destinati a proteggerla (...) Il mondo necessita di menti e di cuori aperti, non di rigidi sistemi, vecchi o nuovi che siano.
Le idee di Nietsche, in proposito, mi appaiono nient'altro che una rigida armatura sostitutiva delle armature precedenti.
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postato da Giuseppe Freda, il
Vincenzo, fai molte chiacchiere.
Nietsche esclude la razionalità dal bagaglio umano.
Devi spiegarmi come lui o i suoi allievi possano plaudire Russell, che è la razionalità per eccellenza. Questo devi spiegarmi per potere di nuovo interloquire con una qualche credibilità. : ))))
(E poi... Che se ne frega Nietsche della guerra atomica?? Non decide forse tutto.. il CASO? Di fronte a questo , come agli altri mille problemi dell'umanità, non permangono forse Nietsche e gli altri suoi Narcisi curvi sopra le acque del loro laghetto, a rimirare la loro vocazione di "ultrauomini", senza impugnare la spada e combattere per il futuro proprio e dell'umanità????)
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postato da Giuseppe Freda, il
E' magnifico notare come i veri cercatori della verità per prima cosa si documentino intorno all'argomento che stanno trattando.
E da quanto riportano Tina e Giulio emerge chiaro come Russell pervenga alla sua conclusione sulla sola base alla RAZIONALITA'.
Quanto allo scritto riportato da Tina: La religione impedisce ai nostri figli di ricevere un'educazione razionale. Non credo che questa affermazione potrebbe mai indurre Nietsche a baciare in fronte Russell.
Quanto allo scritto riportato da Giulio: é il Creatore tenuto alle leggi della fisica o non lo è ? Se non lo è, Egli non può essere desunto dai fenomeni fisici, poichè nessuna legge fisica causale può portare a Lui; se lo è, dobbiamo applicare la seconda legge della termodinamica a lui e dobbiamo supporre che anch' egli dovette essere creato in qualche lontano periodo. Ma in tal caso , Egli ha perduto la sua raison d ètre." Questa è ragione in azione, mi pare; e anche qui sono esclusi i baci in fronte.
Io che non parlo di Nietsche gli ho dunque reso giustizia nel votare zero l'ateismo di Russell.
Che - beninteso - voterei tranquillamente 10 se dovessi paragonarlo all'ateismo di Nietsche. Perché con Russell SI POTREBBE DISCUTERE e cercare insieme.
Miei cari "ultrauomini". : )))))
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postato da Agatina Sonaggere, il
Penso che tutte le grandi religioni del mondo: buddismo, induismo, cristianesimo, islamismo e comunismo, siano, a un tempo, fa*lse e dan*nose. A rigor di logica, poiché contrastano fra loro, non più di una dovrebbe essere quella vera. Con pochissime eccezioni, la religione che l'uomo accetta è la stessa professata dalla comunità dove vive, sicché è l'influenza dell'ambiente che lo spinge ad accettarla.
Trovo strano si possa pensare che una divinità onnipotente, onnisciente e benevola abbia preparato il mondo, da nebulose senza vita, in tanti milioni di anni, per poi ritenersi soddisfatta dall'apparizione finale di Hitler, Stalin e dalla bo*mba H.
Una cosa è chiedersi se una religione è vera, altra se è utile. Io sono fermamente convinto che le religioni, come sono dan*nose, così sono false.
L'educazione dovrebbe mirare alla libertà della mente dei giovani, e non al suo imprigionamento in una rigida armatura di dogmi destinati a proteggerla, nella vita, contro i per*icoli dell'evidenza imparziale. Il mondo necessita di menti e di cuori aperti, non di rigidi sistemi, vecchi o nuovi che siano.
Nel mondo non regna certamente la giustizia e questo, anziché a favore, è un argomento contro l'esistenza di Dio. Gli argomenti speculativi non spingono gli uomini a credere in un Dio: molti vi credono perché non sanno liberarsi degli insegnamenti appresi nell'infanzia. Nell'uomo c'è il desiderio di credere in Dio per bisogno di sicurezza e di protezione.
La storia ci presenta persone ben più sagge di Cristo; citerò soltanto Buddha e Socrate, che, sotto questo aspetto, mi appaiono molto superiori.
In ogni tempo si è manifestata una ferma opposizione da parte delle Chiese contro ogni forma di progresso in campo morale e umanitario: dalla riforma delle leggi penali ai tentativi di evitare le gu*erre; dal miglior trattamento delle razze di colore all'abo*lizione della schi*avitù. Il cristianesimo, così com'è organizzato, è stato ed è tuttora il più grande nem*ico del progresso morale nel mondo.
Con l'aiuto della scienza e del nostro cuore, impareremo a non cercare aiuti immaginari, a non inventare alleati in cielo, ma piuttosto a valerci delle nostre forze per rendere questo mondo più piacevole e diverso da quello che è diventato, in questi secoli, sotto l'influsso delle Chiese.
Il mio concetto di religione è simile a quello di Lucrezio: la considero una specie di ma*latt*ia, frutto della pa*ura e fonte di indicibile sof*ferenza per l'umanità.
Il cristiano moderno è divenuto certamente più tollerante, ma non per merito del cristianesimo. Questo addolcimento del costume è dovuto a generazioni di liberi pensatori, che dal Rinascimento a oggi hanno provocato, nei cristiani, un senso di sana verg*ogna per molti dei loro tradizionali pre*giudizi.
È divertente udire il cristiano odierno esaltare la dolcezza e la ragionevolezza della sua religione, ign*orando che questa dolcezza e questa ragionevolezza sono dovute all’insegnamento di uomini, un tempo per*se*guitati dai cristiani.
La religione impedisce ai nostri figli di ricevere un'educazione razionale; la religione ci impedisce di rimuovere le cause fondamentali delle gu*erre; la religione ci impedisce di insegnare l'etica della collaborazione scientifica in luogo delle vecchie, aber*ranti dottrine di colpa e cast*igo. Forse l'umanità è alla soglia di un periodo aureo; ma per poterla oltrepassare sarà prima necessario truci*dare il drago di guardia alla porta: questo drago è la religione.
La nostra concezione di Dio deriva dall’antico dispotismo orientale, ed è una concezione indegna di uomini liberi. Non ha rispetto di sé stesso chi si dis*prezza e si definisce mis*erabile pec*catore.
Credo che quando mo*rirò il mio corpo si deco*mporrà, e nulla del mio io sopravvivrà. Non sono giovane, e amo la vita, ma disp*rezzo il terr*ore dell’annichilimento. La felicità non è meno vera solo perché finisce, e nemmeno il pensiero e l’amore perdono valore perché non sono eterni.
-- Bertrand Russell --