Scritto da: Alessandro Petrelli
Nel giorno della sua sessantesima seduta di fisioterapia, dopo aver subito il graduale peggioramento al quale si era già preparato, il paziente si fermò durante un esercizio e si sedette, spossato da un'attività che fino a qualche anno prima non gli avrebbe causato nemmeno il minimo sforzo.
"Perché si è seduto? Dobbiamo terminare l'esercizio", gli disse il fisioterapista.
Il paziente scosse la testa e fissò il pavimento. "Non serve a niente", rispose.
Il fisioterapista si accovacciò di fronte al paziente e lo fissò con un'espressione severa. "Lei sta giocando una partita molto complicata", gli disse. "Contro un avversario temibile, che prima o poi, in un modo o nell'altro, avrà la meglio. Nessuno ha mai battuto il Parkinson, fino ad oggi ha sempre vinto lui. Ma possiamo scegliere tra due opzioni: la prima è far durare questa partita pochi giorni, arrenderci e dargliela vinta. La seconda è lottare fino in fondo, aggredirlo, farlo stancare, dargli testa per tutti gli anni in cui riusciremo a farlo.
Quando lei sta a casa può decidere di arrendersi, perché sta solo e la decisione spetta solo a lei. Ma quando lei viene qui non gioca da solo, ci sono anch'io in campo. E io detesto perdere!".
Composto venerdì 21 giugno 2019

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