Ogni giorno siamo costretti a "recitare" e non ad essere, indossiamo la solita maschera celando sempre più agli occhi degli altri ciò che siamo realmente, cosa proviamo, il nostro vero stato d'animo... e spesso forse, anche con noi stessi. Ma perché? Per schivare il dolore angustiante di una possibile ferita; per risparmiare un litigio in più; o forse perché trovandoci in un mondo di ipocrisia e scarso di valori, se magari abbiamo anche l'occasione di aver qualcuno sincero vicino lo evitiamo, non gli raccontiamo di noi, per paura che anche questi stia indossando una maschera? Non lo sapremo mai, perché saremo sempre nei panni di un personaggio diverso, a seconda della situazione, e se pure per un attimo, siamo noi a parlare, dall'altro lato resterà sempre il dubbio! È anche questo il motivo per cui stiamo spesso male, non riusciamo a trovare un equilibro nella nostra vita, siamo troppo lontani gli uni con gli altri, l'essere umano non riesce a comprendersi perché non mostra ciò che è per davvero, e quando parliamo, non "siamo" ma "appariamo". Siamo in un mondo che ci costringe perfino a non vivere come vorremmo, deviando il nostro percorso e in parte il nostro pensiero, perciò siamo spesso obbligati a "dover fare" e non a "voler fare". Il problema maggiore però è riuscire a comprendere la grande differenza che passa tra "maschera" e "persona", e saper distinguere. È un sottilissimo strato che separa le due cose ed è facilissimo confonderle, ma per quanto possa passare meno di un millimetro, quella linea fa una differenza esorbitante.
Composto lunedì 23 gennaio 2017
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