eravamo amore amicizia comprensione insieme abbiamo percorso una grossa fetta della nostra vita abbiamo superato tutte le insidie della vita lasciandoci scivolare le insidie della natura ascoltando con l'orecchio libero dall'intendere ponti di bugie raccontate sull'orlo della scarpata l'albero delle verità concluse le cattiverie dell'uomo senza ragione le frustrazioni dovute all'età che rincorre pessimo il giorno che abbiamo smontato il palcoscenico la vita non era una commedia tutti parlano, tutti dicono, tutti scappano neanche un plauso di circostanza noi non vivevamo per questo delusione che porta a togliersi i sandali la canne da pesca riposte nello scaffale per la tranquillità del coregone di lago vicino a quel camino che bruciava l'appetito persone riposavano davanti ad una cassa di birra parlavano di noi e delle nostre cazzate sarebbe meglio non ascoltare l'uomo che non sa ciò che è stato è stato le verità perse tra nebbia e fumo fumo di quel grande camino che saziava lo stomaco di chi c'era il vino con l'arrosto sono in accordo come Dante e la Divina Commedia tutto si crea, tutto si distrugge dopo anni saziati con situazioni di circostanza non si può dimenticare l'arrosto l'erba del vicino, nel piatto del ristoro senza pagare e fare le parti tutto apparirebbe catalogato, limpido e chiaro se il gioco valesse la candela in un attimo le lucciole hanno sopraffatto le candele quando il vento veniva al ristoro il cameriere parlava e il commensale ascoltava vogliamo ascoltare una lingua diversa di persone che pregano pace e amore nel ristorante della vita una ciotola di riso una tenda in cima al mondo coccolata da piccole bandiere colorate abbracciate al vento danzano una favola che non è per bambini nella confusione senza rispetto tutto gira e continua a girare senza dare nessuna precedenza il potere dell'uomo potente lancia i dardi senza mirare la confusione non protegge i bambini che impauriti dal fumo e dai botti senza aspettare gli esseri indifesi come aquile, senza corde salgono la montagna protetti da quelle persone che mangiano riso pregando un Dio a noi sconosciuto.
Il cielo non lasciava trasparire La follia dell'uomo rosso La piazza risplendeva di Di un bianco candido colorato di pace Una colomba cantava pace Bambini scivolavano sulle ali dell'innocenza All'improvviso botti e danze di luci Andrei corri, subito a casa Papa lasciaci godere dei fuochi artificiali Andrei non sono fuochi è la guerra Papa, cos'è la guerra, un gioco? No! Corri vieni immediatamente a casa In fondo alla strada macchine d'acciaio Avanzavano girando le teste a comando Fumando come camini senza rispetto calpestando le impronte delle libertà palazzi spazzati dalla scopa di belve ferite in balia di idee frantumate dall'incuria dell'uomo paesi vissuti con la leggerezza di un aquilone la verità che non trova il consenso facce consumata da lacrime di donne e bambini parole, parole, parole, solo parole una bandiera al servizio dello spettacolo che sventola sul confine, tra la vita e la morte giovani depredati dei loro sogni per difendere il potere di un pazzo seduto sul trono, ricoperto con la pelle di gente innocente e normale parlano la stessa lingua partorite con amore dalle stesse madri suoni senza armonia, rivisitate al significato per paura in un frullatore scaduto nel tempo comperato alla fiera dell'est parole e gesti rifiutati dal galateo uomini difendono la morte con cerbottane colorate di pace fuochi d'artificio dello stesso colore minatori che scavano piombo case senza numero civico in balia di un vento gelido strade confuse che hanno perso il passaggio facce inespresse bagnate da quella pioggia inquinata che non rispetta la pace un salva capo di latta un abito tre misure dalla verità scarpe consumate per sfuggire alla sorte una bandiera al servizio dello spettacolo che sventola sul confine, tra la vita e la morte giovani depredati dei loro sogni per difendere il potere di un pazzo seduto sul trono ricoperto di pelle, di gente normale tutto mescolato in un frullatore scaduto comperato alla fiera dell'est parole e gesti rifiutati dal galateo clown lanciano con cerbottane fuochi d'artificio dello stesso colore giacche sdrucite dal fango minatori che scavano piombo un bambino vecchio dentro una camicia da corazziere suona scatole di caviale vuote la speranza in equilibrio sul filo lancia lamenti come lupi feriti la notte chiude il sipario nascondendo una verità invisibile come fantasmi alieni ieri e domani non tengono la conta la vita è oggi l'alcol e il fumo non nascondono albe e tramonti sono solo un progetto per dimenticare qualche ora quando il canto del gallo risveglierà la notte la follia riaprirà l'infinito luna park i clown ricominceranno a soffiare le loro cerbottane le foglie a grappoli cadranno a dispetto delle stagioni.