In un pub qualunque
Sicuramente la colpa è di quegli occhi
Si, quelle mandorle che misteriose mi fissano.
Si, di certo non è vizio mio,
Se tanto fremo per quella bocca;
Melograno maturo che si dimena leggero
In ogni sospiro.
Ah, come bene si posa il tuo pollice su essa,
Carne alla carne in un gesto di dissolutezza,
Carne su carne che mi conquista!
Cosa c'è celato nel parziale sorriso?
Baci di perle si occultano in esso
Frammenti di luna paiono.
Dai dimmi alabastro d'oro,
Perché chini la testa e abbandoni la lotta,
Volgendo altrove il tuo sguardo?
Sei demone o sei angelo
Tu che di porcellana hai il viso
e d'onice disciolta hai i capelli?
Ridere e poi scrutare in alto,
Un sospiro lungo,
Poi ancora su di me lo sguardo,
Sembri vicino eppur non ti sfioro
La tua mano e la mia son lontane
Separate dal legno di un tavolino,
Tra la gente che non si conosce
Ed io non conosco.
Dimmi Stella d'Asia,
Avvicinati e parlami:
Perché offri la bellezza
Del tuo corpo di marmo
Alla gente che ti ammira come me
e alzandoti ti allontani?
Non son tua degna, somma avvenenza?
Mi sono Innamorata in un istante
Del fulmine che cadde dal mio empireo
e in un baleno,
Scomparve tra la folla
Senza voltarsi una volta sola.
... Forse è stata colpa del vino.
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