Pensieri


Scritto da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
in Diario (Pensieri)
A voi grandi acque che chiamiamo Mare

Le tue onde sguarciano il grande silenzio
dove riposano sogni di pirati e avventurieri
capitani di lungo corso cercando caldi rifugi
canti di sirene rimasti in memorie passeggere
soldati che ti hanno lasciato la vita e la morte.

Nelle tue oscure profondità piene di vita e di colori
di tante alghe, piante strane, coralli e perle uniche,
splendidi colori di attinie, anemoni, gorgonie e altre
formano un grande giardino marino che pochi godono.
Tu sei un cimitero sconosciuto a molti di noi mortali.

Eppure tu, o mare, sei l'eterno amico delle nostre estati.
Le tue bionde spiagge sono il letto preferito per abbronzarci
nei mesi di caldo afoso e di luce piena di limpidezza strana.
Tra cielo, terra e mare l'umanità nasce, cresce e invecchia
in attesa dell'ultima spinta delle onde che ci abbracciano
per lasciarci nell'azzuro del cielo riflesso nelle tue acque.

Grazie per i morti che da millenni con Te vivono e ami.
Grazie per i pesci con cui ci nutri e da altri ci difendi.
Ci scuserai se siamo scostumati sporcandoti con rifiuti,
plastica micidiale, residui di petrolio e droghe mortali.
Continui a lavarci il corpo, il cuore e svegliaci la mente
per giungere un giorno non lontano ad amarti degnamente
lasciandoti limpido e bello sotto il cielo azzurro e le stelle.
Composto venerdì 30 novembre 2018
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    Scritto da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Diario (Pensieri)
    I colori dell'autunno si stampano nei nostri occhi
    come il sorriso della mamma vedendo il neonato
    che per mesi lo ha sentito battere nel suo seno
    immaginando i suoi occhioni azzurri come il cielo.

    L'autunno è la culla della luce e nascita dei colori
    sulla tavolozza delle aurore piene di raggi di sole.
    Sfumature di pennellate ce le presta l'arcobaleno
    segnando l'arco di trionfo sotto boschi di misteri.

    Il bel mondo è la giostra che ci porta a passeggio
    nelle stagioni del nostro corto calendario umano.
    I cesti con frutta matura e foglie secche cantano
    sui corti sentieri della vita e sotto nuvole strane.

    Portiamo nei nostri occhi la musica della vita
    che abbellisce cielo, terra, montagne e molti visi
    di tutti gli esseri viventi che cantano e sorridono
    leggendo i tanti bei colori degli arcobaleni divini.
    Composto venerdì 30 novembre 2018
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      Scritto da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Diario (Pensieri)
      Scoprirò i nuovi orizzonti notturni
      sotto le stelle e la luna che dorme.
      Guarderò il cane nemico dei gatti
      mentre la notte parla con fantasmi.

      Spegnerò i fari della mia memoria
      quando gli anni mi peseranno tanto.
      Gli occhi guarderanno solo a terra
      mentre il cielo illuminerà il silenzio.

      Viaggerò solo su deserti pieni di dune
      dove si nascondono i miei echi sparsi.
      Raccoglierò i petali di rose appassite
      conservando voci di amici scomparsi.

      Giungerò lentamente e con un bastone
      al punto zero della corta strada umana.
      Un nastro azzurro cingerà il mio fianco
      spiccando l'ultimo volo in cerca di pace.
      Composto venerdì 30 novembre 2018
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        Scritto da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Diario (Pensieri)
        Cadono le foglie dell'autunno pieno di tutti i colori
        lungo le strade e i marciapiedi dove camminiamo.
        Il giorno porta il pensiero in cielo e cuore in mano
        mentre la notte avanza seguendo il suo ciclo vitale.

        Le foglie secche ci parlano della quiete dell'anima
        facendoci meditare sulla breve vita che abbiamo.
        La morte ci cammina accanto nella nostra ombra
        e il sole ci illumina con la sua luce che ci avvolge.

        L'autunno avanza con i rami spogli nel grigio cielo.
        Gli uccelli si rifugiano sotto tetti o alberi con foglie.
        Il vento spinge le nuvole come il cane il suo gregge
        per essere pronti e uniti al duro freddo dell'inverno.

        Cielo, terra, uomini, donne e tutti i terrestri animali
        siamo pronti e preparati per cantare, bere e mangiare.
        Grazie alla terra che ci dà frutti, pane e companatico
        e al cielo con pioggia, neve e bacio di Dio che ci ama.
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          Scritto da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Diario (Pensieri)
          Lo sguardo candido dei nostri figli
          alleggerisce le dure pene del giorno
          riflesse nelle rughe della nostra fronte:
          i figli apprendono e i genitori ricordano.

          Captano il peso del lavoro e la dura fatica
          del papà e della mamma che tanto lavorano
          ma non mancano mai sorrisi, carezze e baci
          quando stanchi la sera sorridendo ritornano.

          Genitori e figli si abbracciano e gioiscono
          al chiarore rossastro del tramonto del giorno
          che si va nascondendo nelle loro belle pupille
          dove la gioia fa dimenticare tristezza e scintille.

          L'innocenza dei figli fa nascere il materno sorriso
          insieme all'aurora del mattino e tramonto serale.
          Mamma, babbo e figli crescono e cantano insieme
          con i loro cuori in pace e la dura stanchezza tace.
          Composto venerdì 30 novembre 2018
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            Scritto da: Raffaella Frese
            in Diario (Pensieri)
            La mia anima oramai non si aspetta più nulla, da nessuno! La mia non conformità alla superficialità, è divenuta un collante che mi lega, al controllo del percorso che scelgo, per la quantità del mio coraggio, nel guardare oltre e nel saper discernere, tra le piaghe dei finti sorrisi; la beffa dell'egoismo. Ha imparato da ciò a gestire e ad accudire i macigni che mi arrivano dal puzzle della falsità, in questa realtà di una cattiveria disarmante. L'Equilibrio della mia prospettiva, riflettere meraviglia e questo mi basta per rinascere dalle mie macerie, questo mi basta per respirare, questo mi basta per vivere. Questo mi basta... e parto da li. Dal mio porto sicuro; la mia voglia di vivere. Dal mio scudo di Atena; il mio coraggio.
            Composto domenica 17 luglio 2011
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              Scritto da: Marco Giannetti
              in Diario (Pensieri)
              Guardo i tuoi occhi chiusi. Il respiro lento, la testa adagiata su un braccio. I capelli fulvi, solleticati dal lento respiro, sfiorano il cuscino. Vedo la vita guizzare sotto le tue palpebre serrate... movimenti veloci.
              Lì... nascosto dal mio sguardo indiscreto... vi è un mondo meraviglioso dove sono riuscita a cogliere anche i più piccoli frammenti nei riflessi delle tue iridi.
              La pallida luce dell'alba ancora timida accarezza la tua pelle chiara. Con il suo languido tepore sfiora il tuo viso, scivola lentamente assaporando ogni millimetro della tua pelle. Si smarrisce nell'ombra della tue guance infiammandole di bagliori rossastri per poi riapparire sul lato del collo che pulsa ad ogni battito del cuore. Il tuo respiro caldo e silenzioso non la spaventa. Si avventura spavalda e la osservo scivolare su di te. Sembra che il sole stia sorgendo dal tuo corpo... scrigno in cui si nasconde la sua anima vivificante.
              Il flebile pallore si trasforma in bagliore... scintillante oro fuso.
              Amo questo momento, quando la notte con un gemito muto esala il suo ultimo respiro nel cielo argenteo dando vita all'alba.
              È come se il tempo si fermasse per alcuni frangenti, tutto è sospeso... in attesa del risveglio. Un attimo magico in cui tutto sembra possibile.
              Appoggiata alla porta osservo con il sorriso le ombre combattere l'ultima epica battaglia. Si rifugiano negli angoli...
              sotto i mobili... si nascondono nelle curve del tuo corpo, ignare del loro fato oramai segnato perché la luce si fa sempre più intensa penetrando attraverso il tessuto pesante delle tende mentre le minuscole particelle di polvere danzano sfavillanti sospese nell'aria al ritmo di una musica inudibile.
              L'aria è calda e umida... carica del tuo profumo...
              i miei passi sul pavimento di pietra sono lenti ed ovattati. Non voglio svegliarti.
              Mi avvicino e mi siedo sul pavimento.
              La pietra è gelida sulla mia pelle nuda.
              Lungo la schiena un improvviso brivido. Con il dorso delle dita, scosto alcune ciocche dalla tua fronte. Rame fuso inondato dallo sfolgorio dell'alba mi scivola come sabbia morbida tra le dita.
              Insieme all'aria mossa dalla mia mano ne sento l'effluvio.
              Approfittando del movimento, ti accarezzo la tempia. Solo ora mi rendo conto delle mie mani fredde, la tua pelle invece sembra ardere. Quel fuoco che imprigioni dentro di te, arroventa l'aria creando un'aura quasi palpabile.
              Il tuo profumo resta sulle mie dita come miele, soave e vellutato, scuro come la notte che sta svanendo nel fulgore dorato dell'aurora, inebriante come una passeggiata serale al mare.
              È così diverso dal mio: sa di salsedine... di legno speziato e di mirto. Non posso fare a meno di toccarti. Come una falena abbagliata dalla luce, mi butto con fervore verso la mia fine, incurante del fuoco che mi divora dall'interno.
              Sei stato tu a risvegliarlo ed io...
              ora...
              non posso più spegnerlo.
              Seguo la curva del tuo collo, sfioro la tua aura iridescente, scivolo verso la clavicola di cui disegno la forma.
              La tua pelle diafana è morbida e dura allo stesso tempo, liscia come il porfido levigato dalle intemperie. Ora non mi basta più toccarti con le dita, appoggio il palmo della mano sul tuo petto.
              Il battito del tuo cuore risuona sotto di essa, mi penetra nelle vene unendosi al battito del mio. Lo sento pervadere ogni nascosto antro del mio corpo. Rimbomba assordante travolgendomi come un fiume in piena. Il suo ipnotico ritmo si infrange con furia sugli scogli dell mio autocontrollo, sgretolandolo. Chiudo gli occhi concentrando l'attenzione solo sul palmo della mano che ti sfiora. Il mio cuore batte veloce. Appoggio le labbra lentamente alla tua pelle. Il caldo profumo colpisce le narici. Lo inspiro con avidità come se fosse l'ultima volta, lo imprimo nelle profondità della memoria dove lo custodirò come una reliquia. Vi è qualcosa di animale nascosto sotto di esso. I muscoli si muovono sotto la mia mano in un movimento inatteso. Il battito del tuo cuore cambia insieme al mio... sei sveglio.
              Penetri i miei occhi, nel saettare dei riflessi luccicanti, come la luce che filtra attraverso l acqua del mare. È lì dove appartieni: nel fruscio delle onde... dove l'aria intrisa di sale ti avvolge, la sabbia sotto i tuoi piedi come un morbido tappeto, ogni passo accompagnato dal lieve sussurro del vento intriso d essenze di legno di cedro e alghe marine.
              Le mie labbra sul tuo corpo bruciano come ghiaccio e come fuoco allo stesso tempo. Sono consapevole che quel rogo mi divorerà, ne avverto l'impeto crescere dentro di me. Accosto il volto al tuo petto mentre le tue dita scorrono silenziose tra i miei capelli, lungo il collo, fino alle spalle per poi tornare indietro. Il tuo tocco lascia solchi invisibili nella mia pelle, come se esse avessero il potere di penetrarmi le carni. L'odore del tuo corpo mi avvolge, mi ubriaco di esso, della sua soavità, della tua pelle calda. Il tuo sguardo trafigge il mio... Il mio cuore freme... ispiro e trattengo il fiato. È un attimo in cui anche il tempo smette di scorrere... ti avvicini, labbra socchiuse. I raggi del sole s'infrangono nel riflesso dei tuoi capelli spettinati. Il tuo respiro mi sfiora prima che le tue labbra mi marchino per sempre con un bacio... quello vero.
              Composto giovedì 19 gennaio 2023
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