Tu sarai sempre la benvenuta, ogni volta che busserai alla porta di casa mia, che aprirò accogliendoti a qualsiasi ora della tua vita e, mentre oltrepasserai la soglia per entrare, strapperò il velo dell'indifferenza che oscurava le stanze dove stavo vivendo, imparando, da te, a dipingere la notte di sogni e ammirar le stelle nel cielo.
Com'è difficile vedere il cielo, quando tutto intorno a te tutto è buio. Mio angelo ti prego allontana da me il buio e fammi vedere la luce del sole nel cielo. Si lo so i miei occhi si sono abituati all'oscurità! Ma ti prego, mio angelo fammi vedere il sole che brilla nel cielo. Lo so che la notte è lunga e fredda, ma tu fammi vedere il cielo, quel cielo che ora non so più vedere. Ti prego angelo, fammi vedere il cielo di notte con la luna e le stelle, lo so i miei occhi si sono abituati al buio e non sanno più vedere. Ma ti prego fammi vedere il cielo, vorrei vedere il cielo con i suoi colori. Ti prego mio angelo prendimi per mano e portami con te nel cielo, i miei occhi si sono abituati all'oscurità, non sanno più vedere il cielo, ti prego mio angelo dai luce ai miei occhi che sono lo stesso colore del cielo. Lo so i miei occhi si sono abituati al buoi. Ma tu per una volta fammi vedere il cielo.
L'asfalto è caldo e l'odore del catrame riempie le mie narici, la mia pelle trasuda calore, nell'aria non c'è l'odore della pioggia, che arriva a rinfrescare questo cuore. Quanti passi hanno fatto i miei piedi, per rincorrere la vita di giorni tutti uguali. Non posso fermarmi ad ascoltare il tempo, esso non aspetta, divora le mie aspettative, non mi vuole parlare, brucia le emozioni nate all'ombra dei cipressi, che conducono ai cimiteri degli attimi perduti. Il sole scalda, l'asfalto scotta sotto queste mie scarpe, fatte di suole consumate e piene di passi. Così sono obbligato a camminare su questa strada, per non morire ai bordi della vita, mascherata a volte con delle bugie, come un cammello che attraversa le autostrade dei deserti, per cercare un'oasi che non c'è, su di una strada senza tempo, che non abbia l'odore del catrame.
Io, che non sono più un bambino, al quale è stato ingrato il destino, mettendo in pausa il cuore, tra le vie dove il giorno muore mentre l'emozione sa vincere seguendo i battiti dell'amore, se tu vorrai, io ci sarò a darti un bacio, amore. Pensieri tormentano la mia anima tra i ricordi, spunta il tuo sorriso a squarciare la nebbia che nasconde, a te, le mie mani tremanti. Ora ti vorrei qui con me, a spostare le tende che oscurano la mia anima e a far entrare il sole. Sii la ventata che spazza via la tristezza, la leggenda scritta nel mio cuore, le parole dettate tra le ombre del crepuscolare, il sogno nella notte che, all'alba, come un fiore, nella mia vita viene a sbocciare.