L'asfalto è caldo e l'odore del catrame riempie le mie narici, la mia pelle trasuda calore, nell'aria non c'è l'odore della pioggia, che arriva a rinfrescare questo cuore. Quanti passi hanno fatto i miei piedi, per rincorrere la vita di giorni tutti uguali. Non posso fermarmi ad ascoltare il tempo, esso non aspetta, divora le mie aspettative, non mi vuole parlare, brucia le emozioni nate all'ombra dei cipressi, che conducono ai cimiteri degli attimi perduti. Il sole scalda, l'asfalto scotta sotto queste mie scarpe, fatte di suole consumate e piene di passi. Così sono obbligato a camminare su questa strada, per non morire ai bordi della vita, mascherata a volte con delle bugie, come un cammello che attraversa le autostrade dei deserti, per cercare un'oasi che non c'è, su di una strada senza tempo, che non abbia l'odore del catrame.
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