Sento ancora quel profumo, mio tuo non lo so, forse è il nostro. Caldo, luce, sole in quella stanza. Amaro, nero, freddo era quel caffè che aspettava il tuo arrivo, così come l'attesa di essere tua. Scendo, cammino e mi fermo, ti vedo lì, di spalle non so se continuare o meno, se continuo ho paura di cadere in un mare di specchi così da spezzarli e rovinare ciò che mi circonda. ma ti guardo negli occhi e scopro che quella forza di gravità, che mi rende il tuo satellite, e allora avanzo e ti vengo incontro, aspettando che il mio mondo cambi, iniziando dal suo mare, dalle sue terre e dal suo cielo. Sento ancora la tua mano sul mio viso, non mi occorre altro. Piove sul mio viso, fa freddo adesso non sento più nulla in quest'inverno, mi manca l'aria, non sono capace a respirare sott'acqua. Aspetto con ansia quel giorno, non so se arriverà presto, lo spero, lo desidero, lo voglio. Non so come fare a camminare senza di te che insegna i passi. Non voglio cadere dalla cascata, non voglio perdermi in quel labirinto, che è la vita, ti prego dammi la soluzione perché io, sinceramente, non l'ho capita. Sento caldo ora, c'è il sole li fuori, sento l'aria accarezzarmi e dirmi "sei viva", sento l'erba sotto i piedi, un canto vibra nell'aria, sarà il tuo o il mio o il nostro, dirmi "eccoti, un altro passo e sei arrivata", così decido, e continui fino a dirti si, lo voglio oggi e domani.
Composto mercoledì 12 ottobre 2016
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