Se penso ad una cellula, al suo significato nel mondo, mi rendo conto che sto riflettendo su qualcosa di straordinario capace di raccontare nel suo essere il microcosmo di tutti i macrocosmi. Addirittura racconta a chi sa leggerla nelle sue leggi, come è costituita una galassia e la vita del pianeta.
La cellula ha dentro di sé le leggi che si replicano per dare vita a forme limitate all'interno di uno spazio infinito ma soprattutto contiene le leggi universali allo stesso modo di come il fuoco contiene ogni fiamma che noi recuperiamo servendoci di stoppini. Da una cellula possiamo recuperare il dna dell'individuo e clonarlo.
All'interno della cellula ci sono le informazioni necessarie per scoprire l'identità di un corpo e il suo benessere. Non escludo dunque la capacità di ogni cellula di ottenere informazioni dai recettori neurali e di essere capace di immagazzinarli in una sorta di archivio temporale quando queste sono informazioni e ordini che non coincidono con le leggi che sono registrate e quindi fisse nella memoria all'origine della nascita e fanno dunque riferimento alle informazioni date dai cromosomi dell'individuo a cui la cellula appartiene. La cellula dunque possiede un pensiero, un'attività elettrica ed è autonoma all'interno di un sistema complesso qual è un tessuto. La cellula se alimentata, può vivere ed essere allevata creando un tessuto quando estratta dall'organismo vivo è conservata in coltura presso un laboratorio di genetica. Essa, ha secondo il mio punto di vista, delle emozioni che sono ereditate dalle informazioni che gli arrivano dal cervello quindi ogni cellula possiede una sua memoria allo stato minimo infinitesimale rispetto alla memoria centrale che la governa grazie ad impulsi che arrivano tramite i recettori e i gangli nervosi. Queste informazioni emozionali rimangono impresse all'interno della sostanza cellulare caratterizzandola. Queste informazioni la cellula le trasmette alla figlia anche quando non è più unita all'organismo ma è messa in condizioni di vita indotta al'interno di una coltura in situazione di vita autonoma e in allevamento tessutale distinta ormai dal suo corpo d'origine. Ci tengo a sottolineare la presenza della memoria cellulare perché comprendere questa realtà dimostrabile in laboratorio, vuol dire aprire una finestra verso cure più complesse come quella della radicazione di cellule tumorali o degenerative a causa delle informazioni scorrette che ha subito.
Questa particolarità presuppone che diventa impossibile modificare tramite le consuete terapie, regole e leggi di funzionalità corporea ereditate ma è possibile educare ogni singola cellula alla correzione dei dati immagazzinati dopo la nascita in conseguenza all'esperienza di vita (alimentazione, ambiente, stimolazioni sensorie, emozionali che la madre e l'ambiente comunicano al piccolo che crescendo, forma non una personalità ma evolve la sua trasmessa grazie all'ereditarietà e anche il suo stato di salute dal momento che da una o più cellule nasce la vita completa.
Un individuo a se stante che come la cellula madre quando crea la cellula figlia, così pure i due individui madre e figlio di origine animale e/o vegetale diventano due cose distinte e autonome nel nutrirsi ed esprimere sentimenti diversi ma influenzabili dal continuo essere vicini e vivere uno l'esperienze e l'emozioni dell'altro. Esistono animali che non conoscono la madre eppure si comportano in natura con le sue stesse abitudini alimentari e di vita. Riescono ad intuire chi è il nemico e a sopportare nello stesso modo del genitore l'ambiente quando ha delle caratteristiche ostili alla vita. Solo gli animali che vivono in cattività a contatto con l'uomo hanno meno possibilità di sopravvivenza ma se sono insetti o animali piccoli semplici, non hanno influenze di nessun tipo dalla vita in cattività a parte apprendere come vivere procacciandosi il cibo. Gli animali parassiti sono un esempio.
Accertato che la cellula ha una sua memoria dobbiamo considerare che possiede una sua elettricità che conduce informazioni alla cellula che replica alle altre sorelle atte a formare il tessuto.
Dobbiamo pensare che in natura esistono leggi che si replicano quindi anche l'errore fatto di stop fisiologici sono giustificati all'interno di uno spazio che replica un ambiente più ampio anch'esso attraversato dalla legge dell'errore.
L'errore in matematica è qualcosa di negativo. In fisica e soprattutto all'interno di un corpo complesso vitale, è un momento positivo e straordinario che ci permette di attivare soluzioni efficaci dove sembra impossibile che si verifichino. Il motivo è dato dal fatto che anche le patologie si verificano durante gli stop fisiologici.
Il Pranopratico utilizza l'energia sottile che fuoriesce dai mitocondri e dall'esterno condizionati dal fascio di luce che deriva dal sole e cerca di correggere le informazioni scorrette agendo direttamente con la sua energia sull'essere vivente su cui impone le mani. Sono energie sottili similari ma una porta messaggi positivi la passiva del paziente offeso da malore quelli negativi.
Durante la fase attiva della cellula esistono svariati momenti di stop che sicuramente sono influenzati dalla respirazione cellulare. È una mia ipotesi che deve essere dimostrata. Questi momenti con il vincolo della casualità correggono i sistemi compromessi perché la cellula registra per errore gli impulsi positivi dell'operatore che impone in modo diretto e fermo la sua energia vitale.
La prima cosa che notiamo in un paziente che ha uno stato degenerativo di tipo mite o più profondo, è la sua incapacità respiratoria ottimale e una depressione della cassa toracica non sempre visibile nell'immediato. Si deve prestare attenzione.
Solitamente si valuta la schiena ma ormai molti terapisti di branche mediche diverse lavorano sulla respirazione dell'individuo per correggere la colonna e di conseguenza aiutano le singole cellule a rigenerarsi grazie all'apporto di gas e di acqua proprio come ne ha bisogno ogni pianeta che ha una sua vita.
Il problema assimilazione dell'acqua e giusta respirazione unicellulare tessutale, è dunque compromessa dal cattivo funzionamento dell'apparato respiratorio.
Il Fisioterapista o altro tecnico lavorano sulla forza e sul respiro, spesso utilizzando leggi della Pranoterapia e della Kinesiterapia. Il Pranopratico agisce direttamente sulla ottimizzazione delle energie sottili che fanno campo all'esterno del corpo e sul respiro oltre che sul pensiero che causa il cattivo modo di respirare. Per farlo usa come mezzo di contrasto agli squilibri elettrici il suo pensiero collegato all'energia che fuoriesce dalle mani alfine di estirpare il male alla sua radice e indurre il processo innato in ognuno di noi, di guarigione spontanea.
Per comprendere lo stato di squilibrio energetico, l'operatore pratica una sensibilizzazione dopo avere constatato quale calore esce dal sistema nervoso centrale che è un po' il direttore d'Orchestra dei molti musicisti sparsi in tutto il corpo. (Meridiani)
In seconda fase, il prano pratica la sensibilizzazione su tutto il corpo partendo da un lato per poi finire nell'altro e dove ci sono dei punti anomali, li segna per ottimizzare il tessuto che presenta un problema elettrico che si dimostra con sensazioni di temperatura calda e/o fredda, spilli e altro sentire che è soggettivo da professionista a professionista. Non tutti i Pranopratici sono uguali nella loro capacità e intuizione. Questo dipende da fattori diversi di tipo ereditato, di esperienza sul campo, insegnamento ricevuto, positività, fede.
L'operatore dopo la sensibilizzazione deve ottimizzare i campi elettromagnetici non corrispondenti allo stato di benessere. Per eseguire l'ottimizzazione dell'energia egli deve pulire i Ciakra e dove occorre, eseguire dei movimenti concentrici circolari di tipo centripeto o centrifugo a seconda se deve mettere o togliere energia in eccesso o in difetto.
Quando un individuo vive un forte stress di tipo fisiologico o psicologico il punto craniale è più caldo del dovuto e l'individuo oppone delle resistenze alla sottomissione verso il beneficio che sta ricevendo, forse per sfiducia o perché vive un evento nuovo dopo avere subito dei conflitti o dei traumi. La resistenza opposta l'operatore la sente ed insiste ottimizzando qualche minuto in più. Nei giorni successivi la persona dimostra considerazione e comprende l'aiuto ricevuto perché sente il beneficio e il suo spirito rinnovato verso la solidarietà che la partecipazione a due comporta.
Composto martedì 9 ottobre 2018
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