In quell'attimo, come una folgorazione, ebbi la sensazione di sentire il pensiero di lei, entrarmi dentro e di potermene spiegare il significato, come se tra noi ci fosse stato un filo elettrico che invadeva di conoscenza i nostri corpi. Era simile ad un'immagine vista dagli occhi di entrambi. Non potevo spiegarmi, quanto tutto ciò ci facesse sentire uniti e quanto fosse un inspiegabile dejàvu, come un possente senso di familiarità consapevole di una corrispondenza reale ad una esperienza già vissuta. Non vi era nessuna linea di separazione tra noi, neppure quel confine naturale che divide due esseri umani dissimili tra loro. Eravamo tutto quello che all'inizio del nostro amore pensavamo di non raggiungere mai, quell'unicità che pochi riescono a valicare. Non avrei voluto mai, che questo stato potesse svanire, che lei potesse andare via da me. Avrei voluto chiederle di stare con me, per abbattere le paure, le difficoltà, le diffidenze, senza più i misteri che la lontananza aveva creato in noi. Avrei voluto aprire una finestra per vedere un mare blu sconfinato, su cui si può fare qualunque sogno. Ma l'unico sogno che avrei voluto si avverasse, era quello di stare insieme. Insieme, in ogni giorno della nostra vita.
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