Scritto da: Giorgio Baiardi
Per quanto io voglia raccontarmi quanto sei stata così poco importante, la voce che risponde mi dice che se l'amore avesse potuto sognare, sarebbe stata l'essenza ideata da un'entità superiore. Ed è così il pensarti, quasi irreale, come il ricordo di una sera in cui ti dicevo che ti avrei voluta fare ballare in mezzo ai tavolini di un bar affollato. Chissà perché ho sempre immaginato di vederti ballare. Forse era per vedere da lontano il tuo corpo muoversi e desiderarlo come qualcosa di irraggiungibile. E se chiudo gli occhi, ti innalzi sulle punte come una ballerina delle più ricercate. Danzando sulla mia musica, ecco la tua anima che si incontra con la mia e vederti muovere, ballare per me ha dentro, l'eccelso orgoglio di essere tuo. Tu giri e rigiri su di te con movenze sensuali e nulla sembra quello che è intorno. Non smetterei mai di guardarti, non fermerei mai la musica o quel meccanismo che ti permette di muoverti per me. Perché non hai mai ballato per me, rimanendo al buio nei miei ricordi ed io ti ho chiusa in un carillon. La mia ballerina in attesa che io apra la scatola, che la musica possa quindi ripartire e tu riprendere la danza. La mia ballerina. Ora mia, solo mia.

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