Essere felici nel vero senso della parola, ha un sapore di vittoria e quel giorno avevo la sensazione che vincere non fosse sempre facile. Come se tutte le difficoltà della mia vita si fossero accentrate in quel momento. Negli occhi spesso si nascondono molti mondi nei quali abbiamo vissuto, pezzi di vita ai quali dobbiamo rendere merito, cieli nei quali ci siamo perduti, mari nei quali siamo affogati. Non solo, ma con molti "ormai" diventati tali con la domanda del perché un ormai diventa un ormai. Forse perché l'amore è soltanto uno, tra le così tante combinazioni che avvengono tra le persone. E la scelta, in fondo è soltanto un'idea sulla quale abbiamo rifuso le nostre speranze su di un amore grande e tanto possibile. Senza che questa idea possa essere imposta, ma solo suggerita dal cuore. Stavo lasciando, su quel selciato sulla quale stavo camminando per raggiungerti, le tante speranze accumulate nel passato per camminare su migliaia di fogli bianchi da scrivere in questo nostro presente così tanto voluto. Tu eri seduta nel nostro caffè, con l'aria di chi ha passato tempi migliori e il primo pensiero che mi venne in mente fu quello che non avessi avuto il mio stesso passo. Ti amavo a tal punto che il vederti così triste non me lo faceva sopportare. L'amore non è mai quello che ci immaginiamo e conquistarlo fa venire la voglia di riscrivere la nostra vita. Ma anche di rinunciare alla felicità se questa non è una felicità condivisa. Mi sedetti vicino a te come un piccolo uomo si avvicina ad un pianeta inavvicinabile. Con la paura che le nostre diversità ci avessero ancora una volta allontanati. Ma tu silente e bella come non mai, mi sorridesti ed i tuoi occhi si ingrandirono pieni di quell'amore che sapevo riconoscere. Ed io mi persi in quel cielo, affogai in quel mare. I tuoi occhi, un paradiso immaginario. Molto reale.
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