Scritto da: Giorgio Gatto
Sto dentro seduto in cucina
davanti a me il balcone, vedo che qualcuno mi guarda dalle case di fronte alla mia, ho appena apparecchiato per la cena come solito faccio. Ascolto il rumore delle macchine che passano e tengo in mano la forchetta. Mi sento ancora ossevato e faccio un cenno di saluto con la mano e dico un "buon appetito" quasi in silenzio, per non sembrare un pazzo. Non mi saluta nessuno e continuo in silenzio. Mi viene da pensare chissà cosa pensano di me, che tutte le sere ed i pranzi sono solo senza nessuno della mia famiglia ogni sera o pranzo quel tavolo l'apparecchio solo per me. Ogni tanto sbaglio e metto due piatti invece che uno che alla fine sorrido e lo lascio uguale. Chissà quanto cose che ho perso, mi chiedo, mi sento osservato anche mentre faccio spazio tra le cose che mi sono rimaste. Abbiamo tutti una storia accanto e facciamo finta di non leggerla. Ci dimentichiamo che ognuno di noi ha bisogno di stare con qualcuno non essere abbandonato, anche un piccolo saluto un piccolo gesto può fare la differenza. Rimango lì, a fatica rientro dentro ai miei pensieri e mi chiedo a quanta poesia ci sia nascosta dietro quel mio tavolo con un piatto solo, dietro la forza di apparecchiarlo comunque ogni sera ogni giorno. Ed ogni sera quando tutto diventa buio e nero dimenticare e lasciarsi alle spalle la giornata per non sentirsi soli. C'è tanta strada da raccontare. C'è tanta vita da tenere stretta.
Composto giovedì 23 giugno 2022

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