Un genitore che vive la disabilità (cognitiva, psichica o fisica) del proprio figlio come una condanna o una "vergogna", farebbe bene a vergognarsi di se stesso e della sua insignificante aridità di cuore. Meglio esser "disabili", che aridi di cuore! E sappiate una cosa: il vero disabile (mentale) è colui che nota nell'altro disabilità, difficoltà d'ogni sorta o inferiorità, provando in cuor suo vergogna o un senso di superiorità.
Composto martedì 28 febbraio 2017
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