Potrei raccontarti di aver conosciuto persone belle, un po' come te, di aver visitato luoghi meravigliosi, di aver vissuto avventure incredibili ma in fondo se tu non mi conoscessi... mi crederesti? E se oggi dovessi giudicare la vita di ognuno, con che occhi lo faresti? Con quelli con cui guardi me o con quelli del rigoroso sospetto che un po' ci caratterizza? Sai, vivendo ho capito che c'è una dimensione fuori dal nostro essere più intimo che ci porta a dover apparire ciò che gli altri si aspettano da noi. Ma poi questi altri che ne sanno di cosa abbiamo di vero o quello che ce n'è rimasto se è solo di questa finta latenza che viviamo? E allora vai avanti, impara chi seguire, chi può dare qualcosa di più alla tua vita, chi vale il tuo tempo, chi vale la tua felicità, chi sa darti valore senza dover sminuire gli altri. Vivi nella continua ricerca, non ti fermare alle verità di altri, non accontentarti mai di ciò che hai ma aspira al massimo che appaghi la tua sete. Non morire di rimpianti ma vivi la tua vita nutrendoti da essa.
Ho imparato che questa vita si regge sul sottile equilibrio tra bene e male. Ho imparato che il punto di tale equilibrio è l'uomo che ogni giorno sceglie se far tendere le proprie azioni verso l'uno o l'altro opposto. Ho anche imparato che se la scelta può sembrare ovvia, molto spesso l'uomo tende ad agire verso il male. Ho imparato che il male può assumere diverse forme e non sempre risulta facile riconoscerlo, anzi il più delle volte rappresenterà la strada più facile del nostro agire. Ho imparato quindi che per evitare il male bisogna conoscerlo e bisogna conoscere tutte le forme che esso può assumere, anche le più banali. Ho imparato che spesso, quasi sempre, non viene dato il giusto valore al bene e a chi verso di esso sceglie di agire. Ho imparato quindi che sarà sempre più facile ricordare chi ci ha fatto del male che chi ha fatto del bene. Ho imparato che l'indifferenza verso l'uno o l'altro porta inevitabilmente a dare valore al suo opposto e allo stesso modo il dare valore al bene o al male ne mostrerà la sua forza nel primo caso e la sua debolezza nel secondo. Ho imparato che sarà molto più semplice portare rancore e magari odio verso chi ci ha fatto del male ma ci risulterà difficile riconoscere i meriti di chi invece ci ha fatto del bene. Ho imparato che alla fine di tutto il bene vince quasi sempre, che spesso non ha giustizia e che ancora più spesso richiede un grande sacrificio per la sua concretizzazione. Ho imparato che non è il bene a vincere ma sono gli uomini e le donne che scelgono esso come loro fine. Ho imparato che in fin dei conti il male è solo il bene di chi non ha futuro e chi non ha futuro è destinato a morire nella vita e nell'anima.
Vorrei dirti che io sono una di quelle persone che l'estate preferisce stare la notte in spiaggia a bere una birra chiedendosi cosa ci sia in mezzo a quell'infinità di blu punteggiato di stelle piuttosto che stare in una squallida discoteca piena di cuori vuoti. Vorrei dirti che sono questo ma ciò non rispecchia la tua normalità. Normalità... maledetta normalità. Quanti cuori ho visto allontanarsi e perdersi per paura di cambiarla. Troppo deboli per guardare oltre, troppo forti per guardarsi dentro.
In fondo la invidio la vostra superficialità. Forse è così che si vive bene, senza regole, senza pensieri, senza certezze. E cosa ne avete poi da questa vita se avete perso i giusti valori con cui viverla? Cosa vi rimane? Cosa è rimasto di voi... uomini fragili, se vi siete spogliati dell'unica cosa che vi rendeva tali? Chi vedete quando vi osservate davanti ad un specchio? La vostra vera immagine o ciò che credete stupidamente d'essere? Senza paure, scevri da ogni emozione che non sia puramente materiale. Vuoti com'è vuota la vostra anima... vuoti com'è vuoto il vostro futuro.
Non ho mai sopportato l'ignoranza e le persone che di essa si fregiano. Le trovo vuote, anzi non le ritengo persone, uomini o donne che siano. Sono solo frutto di un posto che la società, ipocrita e misericordiosa, gli rifila. Sono scarti di un mondo che non hanno compreso e che non hanno saputo vivere. Chi non usa la propria ragione e si limita a campare pensando e vivendo tramite le idee e i pensieri di qualcun altro per me semplicemente non esiste: rappresenta ciò che io definisco il non-uomo, la negazione dell'essere umano in quanto essere vivente dotato di ragione. Dare valore alla propria cultura equivale a dare valore a se stessi, alla propria persona, al proprio essere, al proprio vivere!
È quando la notte poggiate la testa sul cuscino che si sentono le mancanze. Quando state lì soli, a fissare il vuoto, con le cuffie collegate al vostro cuore e il testo di quella canzone che vi piace tanto. È così che si accendono i ricordi... voi e nessun altro a tendervi la mano, dirvi la parola giusta di conforto o regalarvi un semplice abbraccio. È quello il momento in cui si fanno i conti con se stessi, con i propri problemi, le proprie paure e insicurezze... è quello il momento in cui ci si guarda dentro senza pregiudizio, restando nudi davanti a se stessi coperti solo da quella stupida paura di non essere all'altezza di questa vita o ammettere che infondo abbiamo bisogno di qualcuno che nella nostra vita non c'è più.
Beati voi che di questa vita conoscete già tutto, sapori, emozioni, sfumature. Beati voi che vi ponete con quella vostra sfacciata superiorità e arroganza di chi già conosce la fine di ogni singolo momento, di ogni ogni sguardo che incrocia il vostro. Beati voi che riuscite a continuare a vivere quando siete già morti dentro!
Son sempre fuggito dalla monotonia, dall'ovvietà, da quel continuo ripetersi di gesti che a volte mi imprigionava, mi sviliva. Una vita alla ricerca di nuove emozioni, da poter vivere, da poter raccontare. Ma non è sempre facile questo, anzi forse è una delle cose più difficili al mondo. La ricerca sfrenata di attimi che potessero avere un sapore diverso dal solito, la ricerca della perfezione nella semplicità di un'emozione. Insomma quel cercare di dare sempre un nuovo stimolo alla propria vita, al proprio essere che non cada nella banalità dei luoghi comuni... eh sì quei luoghi comuni così tremendi che ingoiano la fantasia e il pensiero dell'uomo. Siamo esseri così dannatamente complicati ma spesso il nuovo, il diverso ci fa paura, ci rende fragili, e così scegliamo sempre la strada più semplice quella che conosciamo a memoria, quella che sappiamo già l'emozione che ci provocherà o meglio che non provocherà perché ci abbiamo fatto l'abitudine. Ed è proprio quest'abituarsi, o meglio questo assuefarsi a situazioni che il nostro corpo e la nostra mente conoscono così bene che ci rende scialbi, morti nell'anima. E così ho scelto di vivere, ho scelto la strada che non conosco quella che ogni giorno seppur con piccoli sfumature mi fa provare qualcosa di nuovo. Ho scelto la strada più insicura dove le certezze sono poche e i dubbi attanagliano ogni mio passo, ho scelto la strada di questa vita che ancora mi regala emozioni.
Nell'inevitabile scorrere della vita saranno molte le persone che per un motivo o per l'altro, tra una sigaretta e un caffè, entreranno a farvi parte. Non saremo noi a sceglierle, non saremo noi a trattenerle ne tanto meno a lasciarle andar via. Il nostro compito, se così può chiamarsi, sarà solo quello di apprezzarle, di darle il giusto valore e di conseguenza di ripagarle con l'affetto che meritano. Belle parole sicuramente, buoni propositi senza dubbio... ma poi effettivamente quanto ci vuole per conoscere veramente una persona? E siamo davvero in grado di valutare se quella persona meriti veramente di entrare nella nostra vita? Perderemo gran parte del tempo della nostra vita, delle nostre energie a capire e valutare chi entra ed esce dalla nostra vita: saremo pregiudizievoli e tante volte sbaglieremo, saremo superficiali, scontati, sicuri di noi stessi ma daremo poco spazio alla voce di chi si sta interfacciando con noi. Chi entra nella nostra vita merita la possibilità di essere conosciuto senza preclusioni e pregiudizi, merita il nostro tempo purché sappiamo sfruttarlo al meglio. Tanto se qualcuno vorrà andarsene o vorrà rimanere con noi, lo farà al di là della nostra idea o considerazione, lo farà perché nel suo tempo capirà se varrà la pena condividere la sua vita con la nostra. Ma è quel tempo che le persone spesso sprecano perché incapaci di saperlo sfruttare... e forse non è il tempo stesso il metro di giudizio della bontà di una persona, quanto del nostro tempo saremmo disposte a dedicarle? Un minuto? Un'ora? Una vita? Ed infondo cos'è la vita se non una semplice questione di tempo.