Ho capito che ci sono certe scelte, certe decisioni, certe paure, certe mancanze di coraggio a cui per tanto tempo ho cercato di dare spiegazione. Di trovare una risposta. Ho capito che certe risposte non ci sono, non esistono, e che si può sprecare la propria vita rincorrendole senza mai venirne a capo. Ad un certo punto, lo devi a te stesso, a tutto quello che hai dato, a tutto il cuore che hai regalato, a tutte le lacrime che hai bruciato, e le cui cicatrici non passeranno mai, devi a te stesso una nuova possibilità, diversa. Devi semplicemente capire che le persone vanno, che se decidono di condannarsi con le proprie mani ad una vita di accontentamenti e di poco coraggio, tu sei impotente in questo. Ma non per questo meriti di ottenere lo stesso epilogo, lo stesso destino. Tu sei destinato a qualcosa di grande, a qualcosa di straordinario. E anche se la paura più grande è data dal fatto che tu sai di esser stato felice, ma felice per davvero, di aver assaggiato con i polpastrelli quella felicità che ti fa scoppiare le vene e i pori della pelle e il torace e i lobi delle orecchie, non devi mai neanche per un istante pensare che sia tutto finito. Che questo senso di vuoto sarà per sempre. Sarai felice, diversamente felice, come chi ha sempre sognato il mare e ha rischiato di affogare a causa di una brutta tempesta. Ma tu sei fatto per nuotare, per amare, e per quanto tempo ci potrà mai volere a riacquistare la fiducia nella tua capacità di farlo, fidati, tornerai a farlo.
Composto venerdì 2 giugno 2017
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