Oggi è tristemente noto che non ci si guarda più, non ci si abbraccia più, non si bacia più, non ci si tiene più per mano, "non cè più quel più" diamo tutto per scontato, parliamo sempre meno, ci sacrifichiamo sempre meno. Vogliamo la perfezione che non esiste, vogliamo la bellezza che è effimera, cerchiamo una posizione importante nella società, che alla fine carriera su carriera ci rende sempre più ambiziosi e soli. Ci siamo rubati il tempo di un bacio, una carezza, uno sguardo, un sorriso. Abbiamo quantificato l'amore, se è ben vestito, se a un bel conto in banca. Ci siamo persi in questo delirio del tutto e subito, dove i ragazzi bruciano le tappe, dove non c'è più il sapore di una conquista, dove tutto a un prezzo, dove tutti corriamo senza sapere dove e perché. Vediamo la gente cadere a pezzi e ci spostiamo, vediamo la sofferenza e per paura ed egoismo la evitiamo. Salutiamo il nuovo giorno correndo oltre le nostre possibilità perché chi resta indietro è perduto, uno sfigato! Alla fine se ci chiedono come stai? "Diciamo bene" ma in realtà neanche noi sappiamo cosa ci succede... è il nuovo linguaggio del silenzio assenso che ci ha messi tutti in fila alla ricerca di un po' di felicità, magari apparente magari finta e inconcludente. Abbiamo perso l'impronta dei principi umani, di rispetto e valori, abbiamo costruito un mondo perfetto nell'imperfezione. Perdendo di vista ciò che è più importante, "l'amore" che ha mille sfaccettature e un unico senso: "la vita".
Composto venerdì 9 settembre 2016
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