Scritto da: Jean-Paul Malfatti
in Diario
Io sono appunto un concentrato di emozioni e le condivido con tutti coloro che si lasciano emozionare come me.
Composto lunedì 6 gennaio 2020
Io sono appunto un concentrato di emozioni e le condivido con tutti coloro che si lasciano emozionare come me.
E poi ci sono delle persone che mi odiano solo perché ciò che scrivo le fanno pensare e riflettere, con più consapevolezza e attenzione, al loro atteggiamento vile e meschino verso chi non la pensa come loro.
No, non volevo affatto, ma ogni tanto mi viene da credere che il mio Dio sono io stesso; il padrone delle mie certezze, incertezze, bontà e malvagità.
Vorrei aver vissuto a Chicago, come Eliot Ness, ai tempi di Al Capone. Senz'altro, sarebbe stata un'esperienza straordinaria per me. Sarei stato meno brutto di uno e più bello dell'altro.
Sii ipocrita, ma senza ipocrisia.
Fare il ribelle non vuol dire essere un ribelle. Esserlo richiede una mente rivoluzionaria e priva di rimpianti e sensi di colpa.
E poi, la Pasqua la siamo noi che rimaniamo vivi.
Alla luce di tutti questi fatti e eventi nefasti e sconvolgenti che ci sono in giro, si conclude che il mondo non ha mica bisogno né delle antiche né, tantomeno, delle nuove religioni che spuntano ovunque tutti i santi giorni.
Uguaglianza e rispetto per le diversità e varietà umane sono tutto ciò di cui questo nostro pianeta ha veramente bisogno. Sono segni di positività e speranza che esse predicano molto spesso ma che raramente mettono in atto.
In sonno, talora mi capita di essere quello che io non sono, non sono mai stato e mai sarò; talaltra, invece, di non essere quello che io, in veglia, veramente sono.
La merda parlante fotte anche ciò che pensavo non potesse mai essere fottuto da lei, e cioè la maledetta bocca di chi le dà voce.