Scritto da: samuele rovaj
Credo alla storia del calabrone, che a causa del suo corpo goffo e sproporzionato non potrebbe volare, ma ho creduto a coloro i quali urlano al mondo di accontentarsi, perché chi si accontenta gode, a quelli che ti chiedono di non cambiare la strada vecchia per quella nuova e a quelli ancora, che chiedono a noi tutti di non fidarsi delle apparenze, perché mentono. Ho creduto a tutti loro, poi... Capisci, che i bambini sono felici perché non sanno che per volare c'è bisogno di un paio d'ali. Capisci, che chi si accontenta muore a metà e l'altra metà vive rimpiangendo la metà ormai scomparsa. Capisci, che non dovremmo aver paura dell'ignoto, ma solo un profondo rispetto. La luna mostra sempre la stessa faccia, ma nulla mi vieta di credere, che al di là di ciò che vedo non ci sia qualcosa che potrebbe riempirmi gli occhi di meraviglia. Capisci, che chi vive di apparenze è destinato a morirne, ma raschiare il fondo in cerca di certezze mostra solo metà di quella verità che proprio le apparenze a volte tengono nascosta. Dovremmo tutti essere un po' calabrone, forse un po' bambini, e credere che le mani possono arrivare sempre, dove la mente ti può portare.

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