Non siamo numeri, non siamo voti, non siamo lauree, non siamo oggetti; siamo sentimenti, siamo cuore, siamo personalità, siamo carattere, siamo intelligenza e anche ignoranza; non siamo meri esseri umani, siamo molto di più. Siamo quell'ambizione, quel sogno, quell'obiettivo per cui nessun giudizio, nessuna etichetta, nessuna classificazione è in grado di agevolarci o di regalarci emozioni.
Siamo l'inizio tenace e la fine testarda.
Dovremmo iniziare proprio come vorremo finisse: un sorriso di partenza e una lacrima di gioia all'arrivo.
Il resto, non conta.
Il resto è palcoscenico di cui siamo maledettamente affascinati e da cui, una volta saliti, non vorremmo mai scendere; come la storia del treno che passa solo una volta nella vita e vi dobbiamo salire per non rimanere sotto il portico di una stazione affollata ove si è in grado di trovare la luce, un colore sgargiante tra oscure, scure e opache sfumature.
Siamo ciò che il sole al mattino ci consiglia di fare, ciò che la luna la notte ci ulula di non fare; siamo in realtà tutto ciò che gli altri vogliono che fossimo.
Ma la vita è altro, non è tutto ciò che ti capita mentre hai in mente altri progetti; la vita è uno sguardo d'amore donato a chi non ha la forza di sorridere e ricevuto da chi riesce a distruggerti un castello di convinzioni e sicurezza su cui avevi costruito il tuo insicuro percorso che ti avrebbe portato alla monotonia della viltà.
Ho sempre creduto, saranno maestre le brutte esperienze, alla tesi secondo cui un minuto di tristezza e sofferenza non possono soffocare un attimo di gioia e felicità, perché convinto che l'anima per essere combattente ha bisogno
Di un cuore sorridente, capaci entrambi di creare non una corazza difensiva, ma un arma per accogliere le tempeste e i turbini della vita e trasformarli in cemento da gettare su quel percorso ormai sempre meno insicuro.
I piani, i progetti, i programmi sono la netta consolazione del codardo impaurito dall'insuccesso, dal rischio di cambiare e trasformare lo status quo e affermare un sacro santo diritto che non trova fondamento in nessun codice: il diritto di essere forte.
L'audacia, la temperanza e la perseveranza appartengono non a chi ha non affrontato maree o tsunami; sono proprie di chi ha preferito un bacio amaro ad un pugno dolce; sono essenza del
Sognatore idealista, pretestuoso ma con umile convinzione di portare le stelle nel cuore dell'avveduto.
Scrivo queste parole perché oggi, come ieri, e forse anche domani mi accingo a mettere nel ripostiglio tutto ciò che mi avvelena i sentimenti e mi preparo ad amare un mondo da scoprire, perché il profumo della forza di volontà, supera di gran lunga la puzza della paura.
E allora avanti tutta che di strada ce n'è ancora, e comunque vada, sarà un successo, anche perché mai nessuno ci ha detto che sarebbe stato facile.
Per i miei sbagli non voglio mille lire.
Voglio un pugno dolce che mi faccia desiderare il bacio amaro.
In questo mondo di eroi nessuno vuole essere Robin perché convinti inconsciamente di meritare tutte le bellezze che il mondo regala e dona senza remore alcuno.
Non chiedetemi perché oggi sono a qui a raccontarvi la mia vita.
Forse perché è arrivato il mio secondo tempo, la mia seconda possibilità che l'amaro sorte mi ha offerto
Come compromesso; un do ut des irrefutabile, un sinallagma sentimentale.
Vuoi essere felice?
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