Quei momenti in cui mi sento di troppo, quegli attimi che non vorrei. Tu, dici che è la mia sensibilità. Non è facile convivere con la mia sensibilità, vorrei poterla regolare, come si regola il volume di uno stereo. Quel tono sommesso, che prende possesso. Quel tono imperioso, che si alza di un tono. Il mio percepire, il mio avvertire, sensazioni. Mi si accavallano come le onde del mare, nella mente, tempestivamente. Vuoi ridere di me, o, vuoi ridere con me... possibile che tutto si riduca ad un gioco. Non è rimasto più niente di vero, o, di sincero. Non credo più a niente, perché ormai si mente.
Composto domenica 4 ottobre 2015
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