Prendi le mie paure, e prova a venderle al primo acquirente, come ben sai di questo mutuo emotivo: sabbie~mobili in cui lasciarsi cadere, ne sento il peso stridente, se non fosse che sei il mio garante. Lascio a te l'onore di pagare il riscatto ~ per quei giorni d'amore vissuti allo stato brado~ al tempo rubato. Anche a zero pretesa c'è un'ipoteca, clausofobica, ma che importa, tanto ci si spoglia: per amore, per amare, per la lotta all'intenzione, anima e corpo, attrito e conciliazione.
Lascia da parte le parole, che di parlare poco occorre, siamo a "tu per tu", a "tu per io", non a caso, non per caso. Del caso ce ne serviamo quando ci pare, esiste e non esiste come le nostre non ammissioni e azioni correlate. Bugiardi titolati, indecisi timorati, codardi pensatori, schivi per diffidenza difensiva. Ovattati in questa nube straziante di due esistenze isolate, che non confondono l'Individualità con lo stare uniti, tardiamo a dare una definizione a questa confusione emotiva che nutre e disidrata. Che basta e non basta mai.
Se mai dovessi sederti sulla valigia dei ricordi, non dubitare di quello che è stato. Vorrei poterti proteggere alla lettura delle statistiche, mentre cercherai di comprendere la casistica del nostro amore a tempo, e collocarti in una percentuale... è una rara assuefazione socio~culturale che frena e libera tutte le spinte: passione, trionfo, paura e scompiglio. Il vuoto scava e diviene crisi: oggi chi sono? Ed è per questo che non so capire se l'amore chiama o respinge. Non dubitare mai del mio sentimento, ma del mio smarrimento, di tutte le volte che non ho saputo rispondere su chi fossi davvero.
Di tutte le piogge acide, cariche di disfatte, che precipitano nelle nostre vite, non ne rimane macchia evidente. Un profondo vuoto di aridità circoscrive l'immaginazione. "Non so perché tu abbia difficoltà a fidarti di me, ma mi piacerebbe che me lo raccontassi."
Trafitta più volte da: malelingue, uomini e vizi mi strinsi forte alle mie pene. Cos'altro avrebbe potuto rendere così becera l'umanità? Se non la delusione, la falsità, la cattiveria, tanto da consumare la gente e renderla spenta in volto, privandola di stimoli e negandole l'inventiva!? Forse lo scalfirsi prima e dopo ogni "rinascita", come motivazione e conseguenza di ogni lento cambiamento da metabolizzare, a singhiozzi, ma tutto ad un fiato, evitando un ritorno alla riga del costrutto: il riparo. Con la sola possibilità di poter fare di meglio e di più, più in là, nel tempo, un bel gran premio di consolazione, che putrida genialata. Ingoiando l'amaro boccone della rassegnazione e rivalsa, gli umani ricordano e dimenticano facilmente, a seconda delle esigenze, viziati e ingrati, si legano tra di loro, si snodano e creano catene rese salde dagli ideali ~ quest'ultimi messi in dubbio da quella subdola incoerenza che spunta ad ogni età ~ ma le spezzano. Noi tutti barricati nei preconcetti, liberati da quei concetti appresi da qualche esaltante esperienza, mentre "qualcosa" è venuta a mancare, claustrofobica e cleptomane vita, ci fa scappare, rincorrere e mai trovare. Per questo indigesti sono i sentimenti, indefinibili, occultati dal risentimento, che scava. Si congela il sangue rispetto all'agghiacciante inconsistenza dell'attesa e del tempo riparatore, se non fosse per la notte consigliera, per la fede profonda in un paio di cose, saremmo fango. Ma come potrei spiegarvi di quel varco che si apre, come piccolo spazio tra lo sterno e il cuore, tra lo spasmo e il battito? Un semispazio o un semivuoto in cui si addensa la vita che ti raggira!? Prova a fidarti delle tue intuizioni, del bene che ritorna, e pensaci, non troppo. Quante volte hai dubitato di te mentre eri l'unico di cui fidarti, in questo mercato nero bagnato di un amore indecifrabile, mascherato dalle parole e reso improvvisamente devastante... quante? Spintonati, tutti, verso strani anatemi perversi, trascritti male, riportati da chi origlia volentieri, ognuno avanza e retrocede in questo avido mondo. Così m'hanno ridotta: lasciandomi ancora troppa anima, ma per la mia giovinezza l'hanno lesionata e contaminata. Saranno i miei vizi e gli uomini il danno maggiore, o il mio vizio gli uomini... Di un amore o di un non amore non ne sappiamo niente, crediamo di poter dare per ogni sentimento una definizione. Presi una stecca di cioccolata, mi sarei macchiata i denti, ma m'importava ben poco di lasciare segni di sporco e traccia del mio bisogno di serotonina. L'umore è un salto. Mai dire cos'altro potrebbe accadere...
Vissi nel tentativo illusorio di poter cambiare quell'uomo tanto da poterlo rendere migliore. Tutto questo mi limitò per otto lunghi anni. La convinzione di poter aiutare Diego, a risolvere i suoi conflitti interiori e a fargli sconfiggere quel mostro, che da anni lo perseguitava, la droga, non mi fece rendere conto di essere solo una ragazzina incapace di vedere con realismo la vita.