Sono di nuovo stanco di sentirmi in colpa.
Per cio che non riesco ad essere come tu vuoi che io sia.
Perfettamente inquadrato nei tuoi angoli, imposti da un mondo che è rotondo e che non smette mai di girare. Non serve che io lo percepisca, ci sei già te che lo urli.
Spigoli che mi pungono ogni volta che perdo per un attimo l'equilibrio.
Difficile da mantenere al buio e tra gli schiamazzi.
Senza una corda di sicurezza la paura di sbagliare mi stritola rendendomi ancor più instabile.
E io che non sono nato equilibrista, invece da bambino giocavo con le Lego ascoltando la musica.
Cado, mi rompo e mi ricompongo finché posso, da solo, perché tanto il mondo non aspetta, e nemmeno tu che sei in quel cerchio pieno di regole, mi aspetti.
Di tutto cio cosa mi faccia più male, ancora non l'ho capito tante sono le volte che sono caduto. O forse sono ancora dentro una caduta senza fine in attesa dello schianto.
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