Scritto da: Roberto Giusti
Ho voglia di vita in questa esistenza di decadenza. Cerco spazi laddove gli spazi sono angusti. Mi sento soffocare. Tutto è contorto. Tutto è estraneo. Tutto è irreale, reale. Essere solitario di natura, questo è, questo sono. Respiro barlumi di essenza di voi anime fragili. E vedo, e sento, e provo, e vivo il vostro dolore, la vostra inquietudine. Non cesserà mai. Possiamo provare a fuggire, però nessuno mai ci salverà da noi stessi. Non c'è luce, solo oscurità... solo tenebre. E perciò l'anima esige di essere spezzata. Ricostruita. Maledetta. Amata. Perché tutto va, tutto viene, tutto si evolve, tutto è, e sarà come sempre stato. È il tempo di un tempo senza tempo. E io sono lì, come parte integrante di quella oscurità dal retrogusto eterno, a fare i conti con me stesso. "Non avere paura" mi ripeto continuamente; ma come fai a non avere paura quando ti senti fragile? Come puoi spezzare il legame che unisce mente e cuore? Come puoi ignorare le emozioni, i ricordi, i sogni, la felicità e le delusioni? Non conosco la risposta, ne la strada che seguirò. Ma io sono qui. E vivo... vivo intensamente ogni attimo.

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