A volte mi capita di pensare ai tempi della mia gioventù e di constatare di essere stato fortunato, perché, allora i giovani vivevano liberi da qualsiasi dipendenza. Ricordo con allegria le scampagnate in montagna, con tutti i compagni di gioco e avventura. La pasta, fatta bollire sul fuoco in qualche pentola che qualcuno di noi aveva preso a sua madre. Quella pasta, bollita, senza condimento, nel migliore dei casi condita con un pezzetto di burro, era come la cosa più buona che si era mai mangiata. Poi le corse, i giochi, allegri spensierati, non si andava alla ricerca della foto perfetta da mettere sui social per avere tanti mi piace, da persone che a volte non si conosce nemmeno. Ricordo le corse tra gli alberi di mimosa con il mio primo cane, Ras e sento ancora il profumo Le immagini di quegli attimi ce le portiamo nei cuori e le rivediamo ogni volta che ci si pensa. Il nostro desiderio più grande era quello di possedere una bici, per essere ancora più liberi. I giovani d'oggi non potranno mai essere liberi come noi, e spesso le tante foto prese non riportano nessun ricordo perché una foto si prepara, e non c'è spontaneità. Oggi la gioventù è schiava dei social e il desiderio dei giovani è avere il miglior telefonino.
Composto domenica 16 maggio 2021
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