Scritto da: Rosita Pavese
Percepisco il dolore come una ferita non rimarginata. Scendono le lacrime soavi e leggere come piume, adagiano piano sul viso, creando parole salvifiche che non vogliono uscire per paura che finiscano nell'oblio. E nulla sarà poi ricordato con sentimento. Si sente vicina la fine, quasi la si può toccare con mano, ma la salvezza sembra giungere più rapidamente per riaccendere la lanterna del cuore rimasta spenta a lungo. Essa era il luogo dei tanti timori come delle parole, ora è divenuto coraggio per danzare sopra di esse, portandosi via l'ombra della vita. Affinché io un giorno possa raccontare: ho conosciuto l'oscurità, l'ho guardata diritto negli occhi, e con un sorriso voltarmi indietro, perché nulla ormai mi fa più paura.

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