Vorrei volare dove nessuno può vederti, tra alberi e fili d'erba, e mai verso quel sole che ti accecava e non vedevi dove andavi. Devo smetterla di prendermela con chi per natura è abituato a deludere, smetterla di essere una cavia e pagare gli sbagli degli altri, quelli che io non conoscevo, quelli che non mi appartengono. Devo solo trovare un minuto al giorno ed essere felice, e non importa dove siano quei sessanta secondi di felicità, se in un sorriso di un bambino, in un cane per strada che ti fa le feste, in un caffè al bar, nello sguardo sfuggente di sconosciuti per strada o in una telefonata inaspettata. Devo solo capire che la felicità è l'attimo di quei sessanta secondi sinceri, trovati per caso, devo solo convincermi che ventitré ore e cinquantanove minuti mi servono solo per respirare, so anche che devo fermarmi e avvicinarmi a quelli che cantano, raccontano storie, si godono la vita e hanno la gioia negli occhi, perché la gioia è contagiosa e riesce sempre a scovare una soluzione, laddove la logica si è limitata a fornire una spiegazione per l'errore. E ho capito anche che a volte la felicità c'è l'hai a portata di braccia, e non ha senso cercarla altrove, quando hai due occhi azzurri come i suoi che ti guardano sempre come se fosse il primo giorno che l'hai conosciuta, è questo il vero amore, e questa la felicità.
Composto martedì 6 ottobre 2015
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