Il tetto dell'uomo
eravamo amore amicizia comprensione
insieme abbiamo percorso
una grossa fetta della nostra vita
abbiamo superato tutte le insidie della vita
lasciandoci scivolare le insidie della natura
ascoltando con l'orecchio libero dall'intendere
ponti di bugie raccontate sull'orlo della scarpata
l'albero delle verità concluse
le cattiverie dell'uomo senza ragione
le frustrazioni dovute all'età che rincorre
pessimo il giorno che abbiamo smontato il palcoscenico
la vita non era una commedia
tutti parlano, tutti dicono, tutti scappano
neanche un plauso di circostanza
noi non vivevamo per questo
delusione che porta a togliersi i sandali
la canne da pesca riposte nello scaffale
per la tranquillità del coregone di lago
vicino a quel camino che bruciava l'appetito
persone riposavano davanti ad una cassa di birra
parlavano di noi e delle nostre cazzate
sarebbe meglio non ascoltare l'uomo che non sa
ciò che è stato è stato
le verità perse tra nebbia e fumo
fumo di quel grande camino
che saziava lo stomaco di chi c'era
il vino con l'arrosto sono in accordo
come Dante e la Divina Commedia
tutto si crea, tutto si distrugge
dopo anni saziati con situazioni di circostanza
non si può dimenticare l'arrosto
l'erba del vicino, nel piatto del ristoro
senza pagare e fare le parti
tutto apparirebbe catalogato, limpido e chiaro
se il gioco valesse la candela
in un attimo le lucciole hanno sopraffatto le candele
quando il vento veniva al ristoro
il cameriere parlava e il commensale ascoltava
vogliamo ascoltare una lingua diversa
di persone che pregano pace e amore
nel ristorante della vita una ciotola di riso
una tenda in cima al mondo
coccolata da piccole bandiere colorate
abbracciate al vento danzano
una favola che non è per bambini
nella confusione senza rispetto
tutto gira e continua a girare
senza dare nessuna precedenza
il potere dell'uomo potente
lancia i dardi senza mirare
la confusione non protegge i bambini
che impauriti dal fumo e dai botti
senza aspettare gli esseri indifesi
come aquile, senza corde salgono la montagna
protetti da quelle persone che mangiano riso
pregando un Dio a noi sconosciuto.
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