Post inseriti da Marco L.

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Scritto da: Marco L.
La mia macchina dei desideri non è sincronizzata con la macchina del lavoro, non è sincronizzata con la macchina dei biglietti dell'autobus, non è sincronizzata con la macchina sociale del giusto e dell'illegale, produce diecimila comportamenti ogni giorno, diecimila domande; sono la sola macchina di cui abbia rispetto, la sola a cui io chiedo di vivere meglio, la mia sincronizzazione è incontrollabile, la mia complementarietà, il mio innamorarmi, tutto ciò che faccio e vivo è oltre la regola, ti aspetto anche quando non verrai, e questo è estremamente irragionevole, guardo a lungo il tramonto ed il cielo, e questo mi fa venire in mente che la mia vita e la mia città mi appartengono, che non sono ospite del vostro sistema, ma che sono derubato del mio, e che questo vostro modo di morire ogni giorno, scientificamente, davanti e dentro la macchina della tristezza e della repressione, non ha possessori, ma solo posseduti, che non venderò la mia vita per un pezzo di pane, che romperò le vostre macchine, attraverserò fuori dalle strisce pedonali, inventerò la birra e l'erba, e mi lascerò inventare da loro; inventerò me stesso, inventerò anche te maria pia, come riuscirò a farlo, nel linguaggio che ancora ci appartiene che non è quello dello scambio, il desiderio non conosce scambio, conosce solo il furto ed il dono; dieci crimini al giorno, amore mio, e saremo nostri!
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    Scritto da: Marco L.
    Io penso che molte cose siano state interpretate male nel mondo, e che di conseguenza ci lascino agire male. Non abbiamo il coraggio di innamorarci, spesso è così, ho interpretiamo questo "gioco" come un passatempo che gratifica il semplice fatto di sentirsi apprezzati ed importanti, non voglio che si pensi questo di qualcosa profondo come l'amore e l'innamoramento nella sua forma più cruda, sensibile come un nervo scoperto, ho quella sensazione di mangiare una fettina di carne fatta alla griglia e vado a pestare con il molare il nervo che passava dal trancio, ecco penso che sia quella la forma più cruda d'amore, consistente, fa un po' impressione, e sai quanto possa essere doloroso perché sensibile.
    Composto giovedì 15 ottobre 2015
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      Scritto da: Marco L.
      Inverno.
      Come foglie in autunno, per evitarci cadremo al suolo, creeremo nubi tossiche per far disperdere le nostre tracce, andremo sotto al freddo a cercare calore in letti approssimativi, saremo come tossici al sert, andrò in giro a vaneggiare la morte di Dio, bye bye marcoboy ti stai vendendo il cervello, l'anima già andata tra i fumi, fiumi di gente costellata da problemi, e tu lontana mentre sento tekno martellante balli la samba sulla mia schiena, ti guardo al solito bar, oggi non sei sola, mentre io in occhiali da sole ti guardo seduto su di un rotto motorino, la gente avanti sempre, ed io rammento i ricordi di un lieve periodo trascorso all'insegna dell'amore, finto quanto mai come ideali cristalizzo la mia anima dentro camere iperbariche, dimentico la sindrome e sto di fronte nello specchio a guardare il marcio che la mente butta, come acqua in fiume i miei occhi sgorgano di sangue grumoso.
      Vado in giro cercando realtà e mi accorgo che la mia sembra finta e sfinita, non voglio crescere e vedo la gente che amo farlo, resto da solo, mentre la sola mano che volevo al mio fianco e già tra altre mani calde e soffici come velluto, io in mano una rizla e un accendino. L'inverno è alle porte e mai più gelido fu quell'anno senza te.
      Composto lunedì 19 settembre 2016
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