Una furbizia esagerata sulla presunta inversione nella Z Generation e nei suoi genitori dei concetti di verità e rappresentazione tra mondo virtuale e mondo reale. Assai più rassicurante di "Ratter" (2016), un film che prende sul serio i pericoli concreti delle vite tutte online, perciò disturbante, perciò evitato come la peste bubbonica.