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Anzitutto, mai capito perché intitolare "Superman", "Batman", "Watchmen", "Aquaman", "Ant-Man", "Iron Man", "X-Men", "Spider-Man", etc., fumetti e personaggi indirizzati non a un pubblico adulto m'a problemoni adolescenziali (genitori e prime cotte). "Superteen-Hero" avrebbe scombussolato i ricavi economici? Poi, c'è chi osa chiamarla sceneggiatura, opulentemente colorata saccheggiando la pop art e con un'azione adrenalinica immotivatamente intricata. Sarà che sono cresciuto dribblando i supereroistici fumetti statunitensi per immergermi nell'antitesi degl'antieroi. Infine, mentre l'MWI e il pluriverso non hanno trovato, dal '57 a oggi, alcuna conferma empirica o sperimentale, gl'unici ad averne tratto qualche giovamento sono stati narratori e affabulatori, abusandone per infiniti reboot della stessa pappardella. Divertitevi. Io no.

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