"Ite missa est": come se all'improvviso Gavin O'Connor fosse diventato il 3° dei fratelli Kendrick e addirittura il più imbranato (zoomate, ralenti, effetti di regia dello scorso millennio), e con una redenzione di Ben Affleck che vorrebb'essere presa alla lettera, fra tonache e preghiere. L'omonimo film di Weir d'un decennio fa suscita nostalgia. S'il futuro del cinema è una fotocopia serializzata, m'auguro un suo lockdown ad infinitum.