Ernesto: "Eccome Fulvio, pronto." Fulvio: "Dai allora, siamo tutti ansiosi di sapere l'ultima puntata della tua avventura!" Ernesto: "Fulvio senti, io forse in questi giorni non t'ho detto tutto quanto. E cioè che se non avessi avuto una famiglia, se non avessi avuto una moglie o una figlia che m'hanno ripreso a casa, ma chi ero io adesso? Chi ero? Ero un poveraccio. Perché la famiglia è importante, è un valore prezioso. Ma vuoi mettere l'abbraccio di tua moglie, un dialogo ritrovato con tua figlia, sono cose importanti..." [...] Ernesto: "Fulvio, quegli occhi, quel paio d'occhi che brillavano, sembravano due fari, due torcie. E quel sorriso, così accecante sembrava... sembrava di vedere il sole quando lei rideva. Fulvio, quando un uomo si sente addosso quello sguardo, quell'espressione, è inevitabile che gli esploda qualche cosa dentro. Tu pensi che io c'ho avuto soltanto un infarto? Ma io ce n'ho avuto tre, quattro... non lo so nemmeno io quanti ce n'ho avuti!"
Fulvio: "No no Ernesto, non mollare adesso eh! Regalaci ancora un'immagine." Ernesto: "Ma che ne so Fulvio, che ne so... Io non avevo mai tradito mia moglie e da quel giorno non l'ho fatto più, però, ogni tanto, quando litighiamo e ho voglia di sentirmi un po' infedele, vengo qua su in questa terrazza, prendo un lenzuolo e me lo metto in testa, poi recito quella poesia. C'è la neve nei miei ricordi / c'è sempre la neve / e mi diventa bianco il cervello / se non la smetto di ricordare"
Madù, ma sul marciapiede lavorate? Io vi ho lasciate al vostro villaggio che eravate educate, perbene e adesso vi trovo senza pudore, senza ritegno eppure senza mutande!
Non riesco a capire come un semplice boccaglio possa costare il 35% in meno rispetto ad un rapporto completo. O lei dal punto di vista orale è da 110 e lode oppure nasconde delle magagne dal punto di vista fisico.