Mio caro Simone, dopo di te, il rosso non è più rosso. L'azzurro del cielo non è più azzurro. Gli alberi non sono più verdi. Dopo di te, devo cercare i colori dentro la nostalgia che ho di noi. Dopo di te, rimpiango persino il dolore che ci faceva timidi e clandestini. Rimpiango le attese, le rinunce, i messaggi cifrati, i nostri sguardi rubati in mezzo a un mondo di ciechi, che non volevano vedere perché, se avessero visto, saremmo stati la loro vergogna, il loro odio, la loro crudeltà. Rimpiango di non aver avuto ancora il coraggio di chiederti perdono. Per questo, non posso più nemmeno guardare dentro la tua finestra. Era lì che ti vedevo sempre, quando ancora non sapevo il tuo nome. E tu sognavi un mondo migliore, in cui non si può proibire ad un albero di essere albero, e all'azzurro... di diventare cielo. Non so se questo è un mondo migliore... ora che nessuno mi chiama più Davide... ora che mi sento chiamare soltanto signor Veroli, come posso dire che questo è un mondo migliore? Come posso dirlo senza di te?
Step: "Si può fumare qui dentro?" Paolo: "Preferirei di no... Ma che fai, l'accendi lo stesso?" Step: "È il preferirei che ti ha fregato." Paolo: "Vedi... Sei cambiato. E in peggio."
Paolo: "Ecco, lo sapevo, lo sapevo! Ma come mai con te finisce sempre così?" Step: "Ma che dici! Se la macchina l'ho appena presa!" Paolo: "Volevo dire che con te non si può mai stare tranquilli!" Step: "Ok... Va bene adesso?" Paolo: "Niente da fare, con te non c'è mai un attimo di tranquillità." Step: "Ma dai, lo sai benissimo che stavo scherzando. Non stare lì a preoccuparti, sono cambiato." Paolo: "Ancora? Ma quanto sei cambiato?" Step: "Questo non lo so, sono tornato a Roma per verificarlo."
Paolo: "Ehi, Step, fatti un po' vedere? Mazza come stai bene. Sei dimagrito?" Step: "Sì. In America fanno un altro tipo di allenamento in palestra. Moltissimo pugilato. Ai primi incontri ho capito quanto siamo lenti qui a Roma." Paolo: "Sei definitissimo." Step: "E da quando in qua ti sei imparato 'sti termini?" Paolo: "Mi sono iscritto in palestra." Step: "Non credo alle mie orecchie. Era ora! Ma come, mi facevi tutte quelle storie. Ma che perdi tempo in palestra, che ti importa del fisico e tutte... E alla fine che fai?" Paolo: "Mi ha convinto Fabiola." Step: "Ah, ecco. Vedi, Fabiola già mi piace." Paolo: "Ha detto che stavo seduto troppo e che un uomo deve decidere chi è fisicamente a trentatré anni." Step: "A trentatré anni?" Paolo: "Ha detto così." Step: "Allora avevi ancora due anni di libertà." Paolo: "Ho preferito non essere nella regola perfetta." Step: "E brava Fabiola... E dove ti sei iscritto?" Paolo: "Alla Roman Sport Center." Step: "Anche questo l'ha deciso Fabiola?" Paolo: "No... Io... beh, la verità è che anche lei era già iscritta là." Step: "Ah, ecco..."
Paolo: "Allora che ne dici, ti piace?... Oh, guarda che questo è l'ultimo modello: un Nokia fantastico." Step: "Un telefonino?" Paolo: "Forte, eh? Prende dappertutto. Pensa che l'ho avuto grazie a un amico, perché ancora non si trova nei negozi. È un N70, ha tutto ed è pure piccolo. Entra nella tasca della giacca." Step: "Certo che ne hai di amici attivi, eh?" Paolo: "Et voilà, visto? E poi si apre così e si può escludere il suono e vibra soltanto. Tieni." Step: "Grazie... Un telefonino mi mancava proprio." Paolo: "Hai già il numero: 335 808080, facile no? Sempre il mio amico della Telecom." Step: "Bellissimo, ora però devo assolutamente fare una doccia."