Scritta da: Joe McFly
"Ehi, Doc! Cosa fai adesso? Ritorni al futuro?"
"No, ci sono già stato!"
dal film "Ritorno al futuro III" di Robert Zemeckis
"Ehi, Doc! Cosa fai adesso? Ritorni al futuro?"
"No, ci sono già stato!"
Questa è la terra al tempo in cui i dinosauri popolavano un pianeta lussureggiante e fertile, ma un asteroide di sei miglia di diametro cambiò tutto per sempre. Colpì con la forza di diecimila testate nucleari un trilione di tonellate di framenti si innalzò nell'atmosfera, che il sole per mille anni non riusci a penetrare, e avvenuto in passato avverrà di nuovo, la questione è solo quando.
Come è da rottamare? E io che mi divertivo un sacco col tiro a segno!
È strano... com'è possibile che tu sia una delle esperienze più importanti che mi siano capitate, senza che sappia nulla di te? Non so dove sei nato, chi erano i tuoi genitori, se avevi fratelli, sorelle, non so nemmeno che aspetto hai veramente!
Amare la bellezza non significa non saperle resistere, puntualizza Peeta. A parte forse quando si tratta di te...
Abbiamo perso Clarke. Non possiamo perdere anche Bellamy.Commenta
Nella vita alcune cose cambiano, altre invece non cambieranno mai.
Noi siamo, senza possibili eccezioni di sorta, a prova di errore e incapaci di sbagliare.
Tu resta qui. Un idiota armato basta e avanza.
Con l'uscita nelle sale di A scanner darkly di Richard Linklater, il regista texano noto al grande pubblico per la commedia musicale School of Rock, Philip K. Dick è oggi l'autore di fantascienza con il maggior numero di trasposizioni cinematografiche della storia del cinema. Registi come Ridley Scott con il suo Blade runner, Steven Spielberg con il recente Minority report e Christian Duguay con il meno noto Screamers hanno contribuito a questo primato. Da quando il romanzo, probabilmente una delle storie più personali e affascinati dello scrittore, fu opzionato da Richard Linklater, che ne valutò la regia e la sceneggiatura, benché annoverasse tra gli illustri spasimanti anche David Lynch, in molti furono sicuri di vedere sul grande schermo il primo adattamento veramente fedele di una storia di Philip Dick. Intuendone la natura aperta del romanzo e discostandosi conseguentemente da un approccio troppo fedele, Richard Linklater crea un'opera affine alla sua natura filosofica, che in parte legittima l'introduzione simbolica della tecnica dell'interpolated rotoscoping (già usata nel suo Waking Life con Ethan Hawke), che consiste nel ridipingere ogni fotogramma del film, girato tradizionalmente, trasformandolo in un fumetto animato.
La storia è ambientata in un futuro non troppo lontano, quando la diffusione di una pericolosa sostanza in grado di procurare irreparabili danni al cervello, ha messo in ginocchio l'America nella sua battaglia contro le droghe. Un agente della narcotici di Los Angeles sarà chiamato a spiare con telecamere i suoi amici tossicodipendenti per mascherare così un impressionante giro di spaccio. Indossando un dispositivo mimetico in grado di celarne l'identità il poliziotto finirà per essere egli stesso spiato, cadendo in uno stato di crescente paranoia.
La pellicola ha incontrato molti ostacoli nella sua fase di realizzazione. Superate le iniziali difficoltà nel reperire un finanziatore, la Warner Independent Pictures ne ha ritardato l'uscita per diversi mesi. Il film infatti era già stato previsto per settembre 2005, prima di essere rinviato a marzo 2006. Presentato infine nella sezione Un certain regard del 59° Festival di Cannes, dopo l'ennesimo cambio di programma, è uscito finalmente nelle sale americane a metà luglio.
Il film annovera nel cast attori di fama internazionale: Keanu Reeves torna con un ruolo da protagonista nel genere che gli ha regalato maggiori consensi di pubblico; ritroviamo anche la bellissima Winona Ryder, dopo una lunga pausa lontana dal set; a Robert Downey Jr. E Woody Harrelson sono affidati i momenti più esilaranti. Stranamente non si riscontrano molti elementi noire, che invece avevano caratterizzato i precedenti adattamenti cinematografici delle opere di Dick, mentre i toni e i dialoghi del film ricalcano elementi fumettistici così in voga negli ultimi anni.
Il rotoscoping ha l'effetto di spiazzare lo spettatore poiché mette in risalto le espressioni facciali e quindi la recitazione degli stessi attori, contrariamente a chi considera inutile la meccanica di passaggio dal recitato al computerizzato. Questa è in fondo l'intuizione di Richard Linklater: guardare il mondo, lasciarsi guardare dal mondo e infine, disperdersi nel mondo. L'uomo diventa attore e l'attore diventa animazione.
A scanner darkly è uno sguardo critico su una società che divora se stessa e la propria identità. Fedele al tema realtà/illusione caro all'autore, proietta l'angoscia e la fragilità dell'uomo contemporaneo.