- Rochester: Io vi offro la mia mano, il mio cuore. Jane, vi chiedo di trascorre la vita al mio fianco. Noi due siamo simili, uguali. Volete sposarmi? - Jane: Cos'è, una farsa? - Rochester: Dubitate di me? - Jane: Interamente. Voi sposerete la signorina Ingraam. - Rochester: La signorina Ingraam? È lei la macchina senza sentimenti. Io voglio voi, creatura rara e celestiale. Povera e oscura come siete. Vi prego, accettatemi come marito. Devo avervi per me. - Jane: Volete che sia vostra moglie. - Rochester: Si, ve lo giuro. - Jane: Voi mi amate. - Rochester: Vi amo. - Jane: Allora vi sposerò.
- Rochester: In primavera sono tornato a casa con il cuore dolente e l'anima appassita, e ho incontrato una dolce sconosciuta la cui compagnia mi rallegra. Con lei sento di poter rinascere in una maniera più alta e più pura. Ditemi, sono giustificato a scavalcare un ostacolo di formalità per averla? - Jane: Esiste un ostacolo? - Rochester: Un mero impedimento convenzionale. - Jane: Ma quale può essere? Se nutrite un affetto, signore, una dote non può esservi di impedimento. E se la donna è di nobili stirpe e sembra ricambiare il vostro sentimento... - Rochester: Jane, di chi credete stia parlando? - Jane: Della signorina Ingraam. - Rochester: Io sto chiedendo cosa farebbe Jane eyer per garantire la mia felicità. - Jane: Farei qualunque cosa per voi, signore. Qualunque cosa sia giusta. - Rochester: Jane... voi mi trafiggete. Sento di potervi parlare ora della mia amata. L'avete incontrata, la conoscete. È una persona rara, fresca, fiorente, senza alcuna macchia. Mi rigenererà, farà di me un uomo migliore.
Rochester: non ridete mai, signorina? Solo di rado, immagino. Ma non siete nata austera così come io non sono nato crudele. Leggo in voi lo sguardo di un uccellino curioso, attraverso le sbarre di una gabbia. Un vivido e irrequieto prigioniero. Fosse libero, volerebbe molto in alto.
Rochester: ho una strana sensazione riguardo a voi, come se avessi una corda sotto le costole a sinistra, annodata ad una corda simile dentro di voi. E se andaste via temo che quella corda che ci unisce si spezzerebbe e so che comincerei a sanguinare internamente.
- Rochester: Avanti parlatemi. Vorrei soltanto farvi uscire dal vostro guscio. Avete l'aria di chi si trova in un altro mondo. Non voglio trattarvi come un'inferiore. - Jane: Eppure mi comandate di parlare. - Rochester: Siete ferita dal tono del mio comando? - Jane: Pochi padroni si preoccuperebbero di sapere se i loro subordinati siano feriti dai loro comandi. - Rochester: Subordinati. Dimenticavo lo stipendio... visto che ricevete uno stipendio, potreste parlare con me da pari? Senza pensare che la richiesta nasca dall'insolenza? - Jane: Non scambio mai la famigliarità con l'insolenza. La prima non mi dispiace, l'altra... nessuna persona libera dovrebbe accettarla. - Rochester: Sciocchezze. - Jane: Neppure per uno stipendio. - Rochester: Molte persone libere accetterebbero ogni cosa per uno stipendio, ma vi stringo mentalmente la mano per la risposta. Non esistono 3 giovani governanti su 3000 che mi risponderebbero così. - Jane: Non avete passato molto tempo in nostra compagnia. Sono un semplice uccellino uguale a tutte le altre, con una comune triste storia.
- Rochester: Perché ve ne state andando? - Jane: Sono stanca, signore. - Rochester: Perché non siete venuta a parlarmi? Non vi vedo da settimane... sarebbe stato normale ed educato dirmi buona sera. - Jane: Sembravate impegnato.