- Il 22 agosto di due anni fa, sulla spiaggia di Ostia dietro un cespuglio. Poi la sera di nuovo a casa sua, più volte per tutta la notte. - Ti ricordi addirittura la data... - Si, perché l'ho fatto apposta. Volevo tutto di lui, anche la sua malattia. Emanuele era tutto per me. Mi prendeva e mi mollava come e quando gli piaceva. Se gli stavo troppo addosso, faceva di tutto per ferirmi e per allontanarmi. Ma se ero io ad andarmene mi riacchiappava sempre. Fino al giorno in cui non sono stato male e mi hanno ricoverato, ed è sparito. - Non sai più dov'è? Non si è fatto più sentire? - No, ma lui sa benissimo dove sono io. L'unico ricordo che ho di lui è questo qua. - Ma questo posto lo conosco... - È qui vicino. Era lì che ci davamo sempre appuntamento. Forse siamo ancora lì ma nessuno ci vede. Perché nessuno ha capito il nostro amore. O forse ci sono rimasto solo io lì...
Ciascuno di noi ha due cuori ma uno eclissa l'altro se ognuno di noi riuscisse anche per un solo instante ad intravedere la luce del suo cuore nascosto allora capirebbe che quello è un cuore sacro e non potrebbe più fare a meno del calore della sua luce...
Mio caro Simone, dopo di te, il rosso non è più rosso. L'azzurro del cielo non è più azzurro. Gli alberi non sono più verdi. Dopo di te, devo cercare i colori dentro la nostalgia che ho di noi. Dopo di te, rimpiango persino il dolore che ci faceva timidi e clandestini. Rimpiango le attese, le rinunce, i messaggi cifrati, i nostri sguardi rubati in mezzo a un mondo di ciechi, che non volevano vedere perché, se avessero visto, saremmo stati la loro vergogna, il loro odio, la loro crudeltà. Rimpiango di non aver avuto ancora il coraggio di chiederti perdono. Per questo, non posso più nemmeno guardare dentro la tua finestra. Era lì che ti vedevo sempre, quando ancora non sapevo il tuo nome. E tu sognavi un mondo migliore, in cui non si può proibire ad un albero di essere albero, e all'azzurro... di diventare cielo. Non so se questo è un mondo migliore... ora che nessuno mi chiama più Davide... ora che mi sento chiamare soltanto signor Veroli, come posso dire che questo è un mondo migliore? Come posso dirlo senza di te?