Nell'Upper East Side è facile pensare che il mondo sia esattamente come appare, raffinato, elegante, lussuoso ma a volte è sufficiente una piccola chiave per aprire la porta del lato oscuro.
Per quanto possa essere impegnativo espiare i nostri peccati... le ricompense valgono ogni singolo sacrificio. Ma la parte più difficile è ammettere che si è commesso un peccato. Per la maggior parte della gente è troppo difficile affrontare i propri crimini, e pensano che sia più facile fingere che niente è accaduto. Il problema con il nascondere i propri peccati è che ritornano sempre, e il giorno in cui qualcuno avrà espiato le proprie trasgressioni del passato... un principe un tempo puro, non potrà fare a meno di commettere un nuovo peccato. Xoxo Gossip Girl.
[Durante la protesta de "il solitario"] Luke: Eccolo che si affaccia! Lorelai: Ha uno striscione! Tayor: Probabilmente pieno di oscenità. Lorelai: Lo srotola! Dio, che cosa eccitante! Taylor: Ma cos'è? Babette: È dal lato sbagliato! Lorelai: rivoltalo! [Lo striscione si rompe] Luke: Avete viso cosa diceva? Kirk: Ho visto solo una parola che cominciava per R! Lorelai: Allora dobbiamo pensare a qualcosa per cui protestare che inizi per R! Rory: Ragù! Lorelai: Si può protestare per il ragù! Babette: Rapaci! Kirk: Ravanelli! [L'uomo inizia ad urlare in una lingua sconosciuta] Uomo: I grastdisonnicello! Babette: che cosa ha detto? Kirk: ha una pronuncia terribile! Babette: Ho sentito vermicello, qualcosa del genere! Luke: E se fosse verricello o violoncello! Lorelai: Non è chiaro! Uomo: Ordnei alter stulz! Lorelai: Oh, questo era molto più chiaro, ha detto dopo un altro struzzo! Babette: Che accidenti di lingua è? E poi che c'entra col vermicello? Luke: Io veramente ho capito dov'è il merluzzo!
- Leo: Diciassette anni? Hai diciassette anni? - Veronica: Non vedo come la mia età sia rilevante in questa discussione. - Leo: Beh, è perché non mi stai leggendo nel pensiero...
Brooke: Ti ho detto di lasciarmi andare! Sono io che sono senza ragazzo, senza vestito e con un occhio nero. Tu vai al ballo con il ragazzo che ami, quindi hai vinto! Va bene, hai vinto. Perché diavolo te la sei presa tanto? Peyton: Perché me la sono presa? Brooke, questo è stato uno dei peggiori anni di tutta la mia vita e avevo bisogno della mia migliore amica più che mai, e tu... mi hai tagliato fuori perché sono stata sincera con te! E tu invece non sei mai stata sincera con me. Brooke: Peyton... Peyton: Hai scherzato sulla morte di mia madre, Brooke. Tu la conoscevi, hai pianto con me quando se n'è andata e tu... l'hai usata come battuta finale di una barzelletta soltanto per ferirmi. Fa male, mi ha fatto male... e tanto. Ma non importa più perché fra te e me... è finita. Hai ragione, lei è morta e per quanto mi riguarda anche tu.
- Owen: Non puoi giudicare una persona da un unico caso. - Christina: Il paziente ha diritto di sapere chi è il suo chirurgo e non importa se per caso qualcuno si offende. [...] - Dottoressa Cambel: Cosa farebbe se all'improvviso andasse via la luce o se dovesse operare in un ospedale che non può permettersi un fluoroscopio. Come con la calcolatrice. Visto che c'è una macchina che fa i calcoli i bambini non dovrebbero imparare le basi dell'aritmetica? - Christina: Se li aiutasse ad evitare degli errori come questo. [...] - Owen: Oggi sei stata una maestra con chi aveva bisogno di una lezione ma brutale con chi aveva bisogno di comprensione. Sei stata entrambe le cose, perché io non ci riesco? - Christina: Non sono stata brutale e avevo ragione. - Owen: Giusto. Sei esattamente come lei: caparbia, con idee precise, brava. Fra 40 anni dovrò strappare quel bisturi anche dalle tue mani. - Christina: Dalle mie mani gelide di morta. - Owen: Non hai capito il punto. Voglio starti vicino per i prossimi 40 anni.
I quartieri residenziali sono un campo di battaglia. Arena di ogni tipo di guerra domestica. Mariti che duellano con le mogli. Genitori che incrociano le spade con i figli. Ma le battaglie più sanguinose sono quelle tra nuore e rispettive suocere.
- Jen: Giusto! Vedi, il fatto è che quella ragazza, lei, ha la tendenza a cedere a comportamenti autodistruttivi nella sua vita... e... quando qualcosa le va storto lei ha il desiderio di distruggere anche tutto il resto e inoltre non si è mai potuta fidare di nessuno finora quindi... - C. J.: Tutti dobbiamo iniziare prima o poi.
[Joey entra e appoggia dei documenti sulla scrivania di Pacey, il quale e seduto che riflette.] - Pacey: Beh, cosa ti è successo prima? - Joey: Come fai a conoscere quella ragazza? - Pacey: La giornalista? L'ho incontrata una volta... ad un ricevimento. Mesi fa. Non sapevo nemmeno il suo nome. - Joey: Perché questo non mi sorprende? - Pacey: Non ci siamo mai formalmente presentati. Voglio dire, ti avrebbe ucciso comportarti in modo più professionale oggi? - Joey: Avanti, Pacey. Voi ragazzi siete dei maiali. Insomma, secondo gli standard dei cavernicoli, io non sono la tipa professionale. - Pacey: e quale tipa saresti? La tipa che sa versare una tazza di caffè senza imbrattarlo su tutti i muri? Perché tu non fai parte di quel genere. - Joey: Questo è tutto quello che un'assistente è per te? Solo una pollastrella che versa del caffè. - Pacey: Non avevo capito che volessi intraprendere la carriera da assistente. - Joey: Perché pensi che Rich abbia licenziato Marcy? Perché ha superato i 30 anni. Hai mai notato tutte le altre assistenti che lavorano qui? - Pacey: Credo non esista un modo giusto per rispondere a questa domanda. - Joey: Sembrano tutte quante delle ragazze della rivista Maxim. - Pacey: Immagino di non essermene mai accorto. Perché quando entro qui, faccio il mio lavoro. Che andava abbastanza bene fino a quando sei venuta qui e mi hai sabotato. - Joey: Sii realistico, Pacey. Tutto quello che chiedo è solo un po' di rispetto, un po' di gentilezza umana. Pacey: Ma, vedi, è proprio questo il punto. Io non devo rispettarti o essere gentile con te. Tu sei la mia segretaria. - Joey: Oh, questo è il punto? Tu, regredito— - Pacey: Donna! Mi stai torturando la testa. Potresti accettare questa situazione temporanea e arrivare con un sorriso e con un po' più di grazia? - Joey: No. No se è così che hai intenzione di trattare le tue future assistenti. Francamente, Pacey inizio a capire il tuo sopranome. - Pacey: Quale sopranome? - Joey: Qui ti chiamano Sciocco. - Pacey: Chi mi chiama Sciocco? - Joey: Penso sarebbe non professionale per me divulgare questa informazione. - Pacey: Dove era la tua professionalità quando stavi versando la crema sulla gamba della giornalista? - Joey: Oh, per favore. Non dire "giornalista" come se non avessi stampato a fuoco il nome di quella ragazza nella tua memoria. - Pacey: Sai, non penso che questa sia l'arena più appropriata per dare sfogo alla tua gelosia. - Joey: Gelosia!? Niente affatto. Ok, si. Potrei aver avuto una specie di lapsus psicotico, ma è stato strano, davvero, perché io... perché dovrei essere gelosa? - Pacey: Non lo so. - Joey: Non è che tu non sia mai rimasto attratto dal genere d'affari sagaci, vero? - Pacey: Beh, ma che importa? Perché tu non sei gelosa. Giusto? Sai una cosa? Mi piacerebbe mettere per iscritto delle scuse. Prenderesti una lettera? [Joey lo guarda e vede Pacey con uno sguardo serio.] - Pacey: Avrai bisogno anche di una penna e un foglio. [Lui le passa una penna ed un blocchetto per gli appunti.] - Pacey: Cara... Signorina... Shaw... è stato... meraviglioso... [Joey si siede in una poltrona là accanto e comincia a scrivere.] incontrarla questo pomeriggio. No, no. Torna indietro. È stato incantevole incontrarla di nuovo. In ogni caso, mi piacerebbe cogliere quest'opportunità per scusarmi del comportamento della mia segretaria. [Lui si alza e si avvicina a Joey mentre continua a dettarle la lettera.] Perché lei è nuova... e molto inesperta. [Joey si alza e ora sono uno di fronte all'altra.] - Joey: Ho perso l'ultima parte. Era qualcosa di stupido seguito da qualcosa di insensato. [i due si fissano, allora Joey lascia cadere i fogli e la penna, poi i due iniziano a baciarsi appassionatamente e si sdraiano sopra il divano, quando Rich entra nell'ufficio.] - Rich: Sto andando via, Witter. [Joey e Pacey si fermano e lo guardano.] - Rich: Oddio, amico. Almeno io con la mia ho aspettato una settimana. [Rich scuote la testa e va via, e Pacey guarda Joey.] - Pacey: Maiali. Siamo tutti maiali. - Joey: Mm-hmm.