Scritta da: kially93
in Frasi di Film » Telefilm
Sandy: Dal momento in cui sei nato ho saputo che non avrei mai più avuto un respiro facile finché non avessi saputo che stavi bene.
Seth: Quindi sono come l'asma!
dal film "The O. C." di Serie TV
Sandy: Dal momento in cui sei nato ho saputo che non avrei mai più avuto un respiro facile finché non avessi saputo che stavi bene.
Seth: Quindi sono come l'asma!
È un velo che i pazienti hanno negli occhi. È un profumo. È l'odore della morte. Una sorta di sesto senso.
Quando la morte ti si avvicina la senti arrivare.
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C'è qualcosa che sognavi di fare prima di morire?
In chirurgia c'è una linea rossa sul pavimento che segna il punto in cui l'ospedale da accessibile diventa off limits per tutti tranne che per pochi autorizzati. Superare la linea senza permesso non è tollerato.
In generale le linee esistono per una ragione, per protezione, per sicurezza, per chiarezza.
Se decidi di oltrepassare la linea quasi sempre lo fai a tuo rischio e pericolo. Allora come mai più larga è la linea più grande è la tentazione di oltrepassarla?
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Non possiamo evitarlo, vediamo una linea e vogliamo attraversarla. Forse per l'entusiasmo di lasciare il noto per l'ignoto. Una specie di sfida personale.
L'unico problema è che una volta che l'hai attraversata è quasi impossibile tornare indietro.
Ma se fai in modo di riuscire a riattraversare quella linea puoi trovare la salvezza nei tuoi amici.
Come medici ci hanno insegnato ad essere diffidenti, perché i nostri pazienti mentono continuamente.
La regola è che ogni paziente mente finché non si dimostra il contrario.
Mentire è sbagliato, almeno così ci dicono, continuamente, fin dalla nascita. L'onestà è la miglior condotta, la verità ti rende libero, ho tagliato l'albero di ciliegie disse George Washington!
Il fatto è che mentire è una necessità.
Mentiamo a noi stessi perché la verità ferisce maledettamente.
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Non importa quanto cerchiamo di ignorarle o di negarle, alla fine le bugie piano piano svaniscono. Che ci piaccia oppure no.
Ma questa è la verità sulla verità: la verità fa male. Per questo mentiamo.
Un nuovo inizio!
Grazie al calendario succede ogni anno. Rimettiamo l'orologio su Gennaio.
Il nostro premio per essere sopravvissuti alle feste è un nuovo anno, rinverdire la grande tradizione dei propositi per l'anno nuovo.
Buttati il passato alle spalle e ricomincia.
E difficile resistere alla tentazione dell'inizio, alla voglia di accantonare i problemi dell'anno vecchio.
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Chi può determinare dove finisce il vecchio e dove finisce il nuovo?... Non è un giorno di festa, non è un compleanno, ne un capodanno. È un evento, grande o piccolo, qualcosa che ci cambia e che idealmente ci da speranza. Un nuovo modo di vivere e di vedere il mondo.
Liberarsi delle vecchie abitudini, dei vecchi ricordi. La cosa importante e non smettere mai di credere che si può sempre ricominciare.
Ma c'è un'altra cosa da ricordare, in mezzo a tanto schifo ci sono alcune cose alle quali vale la pena di aggrapparsi.
È una leggenda metropolitana che i suicidi subiscano un'impennata sotto le feste. In realtà risultano che addirittura diminuiscano.
Gli esperti sostengono che sia perché le persone sono meno inclini a farsi fuori quando sono circondate dai famigliari.
Stranamente però è proprio la stessa vicinanza con i famigliari che si pensa sia la causa dell'effettivo aumento delle depressioni sotto le feste natalizie.
"... si va bene... per Izzie non conta!"
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C'è un vecchio proverbio che dice che non puoi scegliere la tua famiglia. È il destino che decide per te. E anche se non ti piace, se non l'ami o se non la capisci... tu ti arrangi.
Poi c'è la scuola di pensiero che dice che la famiglia in cui si nasce è semplicemente un punto di partenza. La famiglia ti nutre, ti veste, si prende cura di te finché non sei pronto ad andare in giro per il mondo a cercare qualcosa di tuo.
Quaranta anni fa i Beatles fecero al mondo una semplice domanda. Volevano sapere da dove provenissero tutti i cuori solitari.
La mia ultima teoria è che molti dei cuori solitari provengano dagli ospedali, e con esattezza dai reparti di chirurgia.
Siamo chirurghi, trascuriamo le nostre necessità per andare incontro alle necessità dei pazienti. Trascuriamo i nostri amici, le nostre famiglie per salvare amici e famiglie di altre persone. Questo vuol dire che alla fine della giornata tutto quello che ci resta è il nostro cuore, e niente al mondo può farci sentire più soli di così.
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400anni fa, un altro inglese famoso aveva una sua opinione sulla solitudine, John Donne.
Pensava che noi non siamo mai soli... ma lui lo diceva da grande poeta.
Nessuno è un'isola chiuso su se stesso.
Tornando al discorso dell'isola credo che Donne intendesse dire che tutti abbiamo bisogno di qualcuno. E di sapere che non siamo soli.
E chi ha detto che non possa essere qualcuno a 4 zampe, qualcuno con cui giocare e correre insieme o che ti stia solo accanto.
Da bambini si fa con i dolci di Halloween. Senza farti vedere dai tuoi genitori te li mangi tutti, fino a sentirti male.
Al college c'è l'esaltante combinazione di gioventù, tequila e beh... lo sapete. E da chirurgo ti prendi tutto quello che c'è di buono dove puoi. Visto che non capita spesso di trovarlo come lo si vorrebbe.
Perché le cose positive non sono sempre come sembrano. L'eccesso di qualunque cosa, anche quando si tratta di amore, non sempre è positivo.
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Come facciamo a sapere quando qualcosa è in eccesso... quando è troppo presto... quando si parla troppo... quando ci si diverte troppo... quando c'è troppo amore... quando si chiede troppo... e quando qualcosa è troppo per noi.
Gratitudine, Apprezzamento, Ringraziamento.
Non importa che parola usiamo, intendiamo sempre la stessa cosa, Felicità.
Dovremmo essere tutti felici, contenti dei nostri amici, della famiglia, felici di essere vivi, che questo ci piaccia o no.
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Forse non siamo destinati a essere felici. Forse la gratitudine non centra niente con la gioia. Forse l'essere grati significa dare il giusto valore alle cose, apprezzare le vittorie, stupirsi della fatica che ci vuole per essere un essere umano. Forse siamo riconoscenti per le cose che conosciamo, e forse siamo riconoscenti per quelle che non conosceremo mai. Ma alla fine della giornata il fatto che abbiamo ancora il coraggio di restare in piedi e già un motivo sufficiente per festeggiare.
A scuola un giorno, durante una lezione, leggemmo Giulietta e Romeo.
Per migliorare i nostri voti la professoressa Snyder ci fece interpretare i vari ruoli. Sal Scaffarillo fece Romeo e il destino volle che io fossi Giulietta.
Le mie compagne erano tutte gelose ma io la vedevo in modo diverso. Dissi alla Snyder che Giulietta era un'idiota. Innanzitutto si era innamorata dell'unico uomo che non poteva avere, dopodiché diede la colpa al destino per una decisione che era soltanto sua.
La professoressa Snyder mi spiegò che quando entra in gioco il destino spesso non siamo più noi a scegliere.
Alla veneranda età di tredici anni mi era già estremamente chiaro che in amore, come nella vita, tutto è frutto delle nostre decisioni... e il destino non centra assolutamente nulla!
Tutti trovano Giulietta e Romeo estremamente romantico. Il vero amore. Che tristezza.
Se Giulietta è stata così stupida da innamorarsi del nemico, bersi una bottiglia di veleno e adagiarsi in un sepolcro... bè ha avuto ciò che si meritava.
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La professoressa disse che sarei stata fortunata se avessi vissuto una passione del genere con qualcuno, e che se fosse successo saremmo stati insieme per sempre.
Anche adesso credo che per la maggior parte l'amore sia fatto di scelte.
Bisogna posare veleno e pugnale e crearsi il proprio lieto fine, la maggior parte delle volte.
E che a volte nonostante le migliori scelte, tutte le migliori intenzioni... il destino vince comunque.