Mae Mobley è stata la mia ultima bambina. Nel giro di dieci minuti l'unica vita che conoscevo non c'era più. Dio dice che bisogna amare il nostro nemico. È difficile, però... Ma si può cominciare dicendo la verità. Nessuno mi aveva mai chiesto cosa provavo a essere me stessa. Quando ho detto la verità... Mi sono sentita libera. E ho cominciato a pensare a tutte le persone che conosco... e alle cose che ho visto e che ho fatto. Mio figlio Trilor diceva sempre che un giorno ci sarebbe stato uno scrittore in famiglia... Credo che sarò io.
- Constantine: Perché ti sei nascosta qui, piccola? - Skeeper: Per non dire alla mamma che nessuno mi ha invitato al ballo... - Constantine: E allora? Certe cose uno le può anche non raccontare, giusto? - Skeeper: I ragazzi mi trovano brutta. La mamma è arrivata terzultima al concorso Miss Carolina del Sud. - Constantine: Tu la devi smettere di piangerti addosso, piccola, questo sì che è brutto. Il Brutto è una cosa che ti viene da dentro. È cattivo e fa male, come quei ragazzi. Ma tu non sei come loro, vero? Non penso proprio, tesoro. Ogni giorno... Ogni giorno che non sei sottoterra, quando ti alzi la mattina, devi prendere delle decisioni. Ti devi sempre fare questa domanda: "ci devo proprio credere a quelle brutte cose che mi dicono quegli stupidi, oggi?" Mi ascolti? "Ci devo proprio credere a quelle brutte cose che mi dicono quegli stupidi, oggi?" Hai capito? Per quanto riguarda la tua mamma... Non se l'è scelta la sua vita, le è capitata. Ma tu... Tu farai qualcosa di bellissimo con la tua... Aspetta e vedrai.
- Skeeper: Ce ne servono almeno dodici... - Minny: Io e Aibileen l'abbiamo chiesto a tutte. Trentuno cameriere. Hanno troppa paura, ci prendono per matte. - Skeeper: Beh, se non ne troviamo altre, non ci pubblicano. - Minny: Io ho tante storie, Miss Skeeter... Lei le scrive e poi si inventa la cameriera che l'ha detta. Si è già inventata i nomi, si inventi anche le cameriere. - Skeeper: Non possiamo farlo, sarebbe sbagliato. - Aibileen: Non deve arrendersi Miss Skeeter... - Skeeper: Ma non sarebbe una cosa autentica! - Aibileen: Hanno ucciso mio figlio. È caduto portando delle travi alla segheria. Un camion gli ha schiacciato un polmone. Il capo mastro ha buttato il corpo nel cassone di un camion. È andato all'ospedale dei negri, l'ha scaricato davanti e ha suonato il clacson... Non c'era niente da fare, così ho portato il mio bambino a casa. L'ho messo sdraiato su quel divano. È morto davanti a me... e aveva 24 anni Miss Skeeter, sono gli anni più belli della vita. Quando arriva l'anniversario della sua morte, io ogni anno non riesco a respirare, ma per voi è solo un altro giorno di bridge. Se lei si ferma, quello che ho scritto io e che ha scritto lui, tutto quello che era lui, morirà con lui.
Comincio a credere che non esista una soluzione. L'ho imparato dalla psicoterapia: i buchi della vita non si chiudono più. Devi crescere intorno a loro, come radici che affondano nel cemento, e devi rimodellarti intorno alle crepe.
- Johnny Foote: Ti serve aiuto? [Minny scappa] - Johnny Foote: Minny! - Minny Jackson: Miss Celia! - Johnny Foote: Ehi, fermati Minny! - Minny Jackson: Miss Celia! - Johnny Foote: Minny! - Minny Jackson: Lontano da me! - Johnny Foote: Non voglio farti del male! [Minny prende un bastone da terra] - Johnny Foote: Puoi mettere giù quel bastone? [Minny scuote la testa] - Johnny Foote: Senti, Celia, finalmente, mi ha raccontato dei bambini. Di tutti. Ma so anche che da quando hai cominciato a lavorare qui, lei ha cominciato a stare meglio. Quindi tu... Tu le hai salvato la vita. - Minny Jackson: Sapeva che c'ero, fin dal primo momento? - Johnny Foote: Con il pollo fritto e i carciofi la prima sera? Cì doveva essere un po' di pane di mais, almeno! - Minny Jackson: Oh, non potevo più farle mangiare pane di mais... - Johnny Foote: Beh, grazie a te ho dovuta far allargare tutti i pantaloni che ho... Andiamo a casa ora.