- Joker: Signore, l'ho detto io, signore. - Hartman: Però. Senti, senti... Abbiamo tra noi un attore comico, il soldato Joker. Io ammiro la sincerità. Si, si, tu mi piaci, vieni a casa e ti faccio scopare mia sorella. (Gli dà un pugno sullo stomaco) Brutto sacco di merda, io ti metto sotto, ti farò un culo così. Qui tu non riderai, tu non piangerai, qui si riga dritto e basta. Ti faccio vedere io, alzati in piedi, tirati su!
- Jocker: Sei proprio tu John Wayne? E io chi sarei? - Hartman: Chi ha parlato? Chi cazzo ha parlato? Chi è quel lurido stronzo comunista checca pompinaro che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno, eh? Sarà stata la fatina buona del cazzo, vi ammazzo a forza di ginnastica e vi faccio venire i muscoli al buco del culo che ci potrete succhiare il latte senza cannuccia.
Io sono un duro però sono giusto. Qui non si fanno distinzioni razziali. Qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani. Qui vige l'eguaglianza "non conta un cazzo nessuno". I miei ordini sono di scremare tutti quelli che non hanno le palle necessarie per servire nel mio beneamato corpo. Capito bene luridissimi vermi?
Sid: Che succede? Manny: Diego ha trovato una scorciatoia. Sid (osservando la scorciatoia): No, grazie, preferisco vivere. Diego: Allora ti consiglio di prendere la scorciatoia.
"Che te lo dico a fare" significa... tu, stai parlando con qualcuno e gli fai "certo che Rachel Walsh è proprio un gran bel pezzo di f**a, che te lo dico a fare", oppure se non sei d'accordo che "una Lincon è meglio di una Cadillac, che te lo dico a fare", oppure se una cosa secondo te è buona ma tanto buona, "minchia sti peperoni... che te lo dico a fare", ma a volte vuol anche voler dire "vai al Diavolo": tipo uno fa all'altro "ehi Bubbie dice che hai il ca**o piccolo" e Bubbie che te lo dico a fare e a volte non significa niente, solo... che te lo dico a fare.
Donnie Brasco/Joseph D. "Joe" Pistone (Johnny Depp)
A tre settimane da oggi io mieterò il mio raccolto. Immaginate dove vorrete essere, perché così sarà. Serrate i ranghi, seguitemi. Se vi ritroverete soli a cavalcare su verdi praterie con il sole sulla faccia, non preoccupatevi troppo, perché vi troverete nei campi Elisi e sarete già morti!
Consentitemi di essere esplicito sin dall'inizio. Non credo che vi piacerò. I signori proveranno invidia e le signore disgusto. Non vi piacerò affatto! Non vi piacerò ora e vi piacerò ancor meno in seguito. Signore, un avvertimento: io sono pronto a tutto! In ogni momento! Che sia merito o demerito, questo ora è difficile da dire. Tuttavia, è certo che sono un libertino! Continuerò a spassarmela, a provare ardenti passioni. Non doletevene, vi arrecherebbe afflizione! Traete le conclusioni stando alla distanza a cui vi terreste se stessi per mettere la lingua sotto le vostre sottane. Signori, non disperate. Sono pronto a tutto, si! Lo stesso avvertimento vale anche per voi! Placate le vostre squallide erezioni! Perché quando avrete un amplesso vedrò di cosa sarete capaci. Allora saprò se sarete venuti "meno" alle mie aspettative. Vi auguro di fottere, immaginando che la vostra amante segreta vi stia osservando di nascosto. Di provare le stesse sensazioni che io ho provato, e che provo. E chiedervi: era questo lo stesso brivido che sentiva lui? Avrà conosciuto, qualcosa di piu intenso? O c'è un muro di disgrazia contro il quale tutti battiamo la testa in quel fulgido, eterno momento? Questo è tutto. Questo il mio prologo. Nessuna rima. Nessun decoro. Non era quello che vi aspettavate spero! Sono John Wilmot. Il secondo Conte di Rochester. E non ho alcuna, intenzione, di piacervi!