Peppino: È solo un mafioso, uno dei tanti Giovanni: È nostro padre! Peppino: Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio dire che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!
Questa mattina Peppino avrebbe dovuto tenere il comizio di chiusura della campagna elettorale. Non ci sarà nessun comizio, non ci saranno più trasmissioni. Peppino non c'è più, Peppino è morto, si è ucciso. Si, non sorprendetevi, è andata proprio così! I carabinieri lo dicono, lo dice il magistrato... hanno trovato un biglietto: voglio abbandonare la politica e la vita... questa sarebbe la prova del suicidio, la dimostrazione... e lui per abbandonare la politica che cosa fa? Va alla ferrovia, picchia la testa contro un sasso, macchia di sangue tutt'intorno, poi si avvolge nel tritolo e salta per aria sui binari... suicidio! Come l'anarchico Pinelli, che vola giù dalla finestra della questura di Milano, come l'editore Feltrinelli che salta su un traliccio dell'Enel... questo leggerete sui giornali, questo vedrete alla televisione... anzi non vedrete proprio niente... perché questa mattina giornali e televisione parleranno di un fatto molto più importante... del ritrovamento a Roma dell'onorevole Aldo Moro, ammazzato come un cane dalle brigate rosse. E questa è una notizia che fa impallidire tutto il resto, per cui: chi se ne frega del piccolo siciliano di provincia! Chi se ne fotte di questo Peppino Impastato! Adesso spegnetela questa radio, giratevi dall'altra parte. Tanto si sa come va a finire, si sa che niente può cambiare. Voi avete dalla vostra la forza del buonsenso... quella che non aveva Peppino... domani ci saranno i funerali... voi non andateci... lasciamolo solo! E diciamolo una volta per tutte che noi siciliani la mafia la vogliamo! Non perché fa paura ma perché ci da sicurezza, perché ci identifica, perché ci piace! Noi siamo la mafia! E tu Peppino non sei stato altro che un povero illuso, tu sei stato un ingenuo, nuddu miscato cu niente!
Dal profondo della notte che mi avvolge buia come il pozzo più profondo che va da un polo all'altro, ringrazio qualunque Dio esista per l'indomabile anima mia. Nella feroce morsa delle circostanze non mi sono tirato indietro né ho gridato per l'angoscia. Sotto i colpi d'ascia della sorte il mio capo è sanguinante, ma indomito. Oltre questo luogo di collera e lacrime incombe solo l'Orrore delle ombre eppure la minaccia degli anni mi trova, e mi troverà, senza paura. Non importa quanto sia stretta la porta, quanto piena di castighi la vita. Io sono il padrone del mio destino: io sono il capitano della mia anima.
- "Credi sia possibile che da qualche parte del mondo ci sia qualcuno che fa la stessa cosa in questo momento?" - "Lo spero proprio altrimenti che accidenti stiamo salvando?"
- Grace: Papà... - Harry Stamper: Ciao Grace... Tesoro lo so, ti ho promesso che sarei tornato... - Grace: Ma come... non capisco... - Harry Stamper: Temo che non potrò mantenere la promessa. - Grace: Anch'io... anch'io ti ho mentito, quando ti ho detto che non volevo essere come te. Perché io sono come te, e quello che di buono mi porto dentro, me l'hai dato tu... e ti voglio un bene dell'anima papà e sono fiera di te. Ma ho tanta paura, tanta paura. - Harry Stamper: Lo so bambina mia, ma non ci sarà più nulla di cui aver paura. Grace, voglio che tu sappia che a. J. ci ha salvati, davvero. E devi dire a Chick, che non ce l'avrei mai fatta senza di lui, mai; e devi curarti di a. J... Vorrei poterti accompagnare all'altare... ma verrò, verrò di tanto in tanto a trovarti d'accordo!? [Ti voglio bene Grace] - Grace: Anch'io te ne voglio. - Harry Stamper: Devo andare tesoro... - Grace: Papà noo... noo papà no.