Citazioni preferite da giulia.bj182


Scritta da: Zio Walt
Era una notte buia e gelida, e una vecchia signora che aveva la passione di costruire puzzle, se ne stava seduta in salotto, al suo tavolo a completare il suo nuovo puzzle, ma mentre metteva i pezzi insieme, si accorse, con grande stupore che l'immagine che si formava era quella del suo salotto e la figura al centro del puzzle una volta composta era lei stessa; con le mani tremanti sistemò allora gli ultimi quattro pezzi, e fissò inorridita il volto di un pazzo furioso alla finestra. L'ultima cosa che la vecchia signora udì, fu il rumore dei vetri infranti.
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    Scritta da: Daniele Spitalieri
    Venite amici, che non è tardi per scoprire un nuovo mondo.
    Io vi propongo di andare più in là dell'orizzonte, e se
    anche non abbiamo l'energia, che in giorni lontani mosse la
    terra e il cielo, siamo ancora gli stessi, unica ed eguale
    tempra d'eroici cuori, indeboliti forse dal fato, ma con
    ancora la voglia di combattere, di cercare, di trovare
    e di non cedere.
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      Scritta da: Martina
      Lei: Noi... noi... abbiamo...?
      Lui: Non abbiamo
      Lei: Non abbiamo? oh, grazie al cielo... insomma, non grazie al cielo... solo grazie al cielo. perché io non mi ricordo... e perché non abbiamo? rinfrescami la memoria
      Lui: Sarò anche all'antica ma non si va a letto con una signora priva di sensi
      Lei: Priva di sensi? oddio, devo essere stata molto affascinante... e perché sei rimasto?
      Lui: Perché me lo hai chiesto tu.
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        - Miles: Perché sono attirato da una persona anche se so che non è giusta?
        - Iris: Perché speri di sbagliarti e, quando lei ti fa una cosa brutta e dentro di te ti dici che non è la donna giusta, ti ignori; e, quando lei ti fa una cosa bella, ti sorprende, ti conquista e tu perdi la scommessa con te stesso che lei non fa per te.
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          Scritta da: B. Summer
          Dopo aver offerto suicidi gratis a tutti, i signori Lisbon rinunciarono ad avere una vita normale. Chiamarono il signor Headley per sgomberare la casa, e vendere i mobili che riuscirono a vendere al mercatino dell'usato. Il signor Lisbon riuscì a vendere la casa, fu acquistata da una giovane coppia di Boston; ovviamente noi prendemmo le foto di famiglia gettate nella spazzatura, alla fine i pezzi del puzzle furono recuperati ma per quanto tentassimo di metterli insieme rimanevano sempre degli interrogativi, uno strano vuoto, modellato armoniosamente da ciò che le circondava, come paesi a noi sconosciuti. Ciò che si trascinarono dietro non era vita, ma una banale lista di fatti frivoli, un orologio sul muro che scandisce il tempo, una camera offuscata a mezzogiorno, e l'assurdità di un'essere umano capace solo di pensare a se stessa. Cercammo di dimenticarle, ma ovviamente era impossibile. I nostri genitori sembravano riuscirci meglio, ormai erano tornati al tennis e ai cocktail in barca, come se avessero già vissuto tante volte eventi simili; eravamo di nuovo in piena estate, era passato più di un anno da quando Cecilia si era tagliata le vene, spargendo il veleno nell'aria, una fuoriuscita alla fabbrica di automobili aumentò il tasso di fosfati nell'aria e causò il formarsi di una pellicola d'alghe così spessa che l'odore di palude infestava l'aria, penetrando nelle ville eleganti. Le debuttanti si lamentarono di fare il loro ingresso in società in una stagione che tutti avrebbero ricordato per il terribile odore, ma gli o'Connor ebbero una trovata geniale, decisero che il tema della festa della loro figlia Alice, anch'essa debuttante, sarebbe stata l'asfissia, ma come tutti, volevamo dimenticare le sorelle Lisbon. Nel corso degli anni sono state dette tante cose sulle ragazze, ma non abbiamo mai trovato una risposta. In fondo non importava la loro età, né che fossero ragazze. La sola cosa che contava è che le avevamo amate, e che non ci hanno sentito chiamarle, e ancora non ci sentono che le chiamiamo perché escano dalle loro stanze, dove sono entrate per restare sole per sempre e dove non troveremo mai i pezzi per rimetterle insieme.
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