Scritta da: cla23
Il destino ha due modi per distruggerci: negare i nostri desideri o realizzarli.
Emily Thorne (Emily VanCamp)
Il destino ha due modi per distruggerci: negare i nostri desideri o realizzarli.
- Lo sai quanto ti voglio bene?Commenta
- Infinite volte l'infinito.
Un'intenzione alimentata dalla passione può essere impossibile da fermare. Nel corso del tempo, guadagna lo slancio, fino a quando non si trasforma in un invito al cambiare... In questo modo un'idea si trasforma in motivazione... e la promessa di un bambino diventa realtà.
Ci sono due tipi di sofferenti a questo mondo: quelli che soffrono per una carenza di vita e quelli che soffrono per una sovrabbondanza di vita. Io mi sono sempre ritrovato nella seconda categoria. Se ci pensi un attimo, quasi tutti i comportamenti dell'uomo e le sue attività in sostanza non sono diverse da quelle degli animali. Le più avanzate tecnologie e la nostra abilità artigiana ci portano al livello dei super-scimpanzé, non di più. In realtà la differenza fra, diciamo, Platone e Nietzsche e l'uomo medio, è maggiore di quella che esiste fra lo scimpanzé e l'uomo medio. Il regno del vero spirito, del vero artista, del santo, del filosofo, sono in pochi a raggiungerlo. Perché così pochi? Perché la storia del mondo e l'evoluzione non sono esempi di progresso ma piuttosto un'infinita e futile addizione di zeri? Non si sono sviluppati i valori più importanti. Diamine, i Greci 3000 anni fa non erano certo meno progrediti di noi. Allora quali sono le barriere che impediscono all'essere umano di arrivare per lo meno vicino al suo vero potenziale? La risposta a questa domanda la si può trovare in un'altra domanda. Qual è la caratteristica umana più universale? La paura. O la pigrizia.
Mio padre faceva sempre un gioco, in realtà non ho capito quale fosse fino al giorno in cui è morto. Il gioco di mio padre era farmi sentire sempre meno di lui, meno di lui, sempre meno di lui, qualunque cosa facessi. Lui poteva anche essere invisibile come essere umano, ma io dovevo essere meno di lui. Perciò se avevo dei buoni voti a scuola, ero una femminuccia perché non giocavo a football o... o se mi tagliavo i capelli come voleva lui, non erano abbastanza corti e se mi pelavo a zero, allora sembravo un matto... a quel gioco non ho mai vinto, mai. E se non riusciva a sminuirmi a parole... Sam, io non ti picchierei mai. Mai. Non voglio che tu sia meno di me, io ti voglio felice e tu non sei felice, né qui con me, né a casa con tua madre, né da solo, né da nessun'altra parte. Sei come ero io per gran parte della mia vita, Sam, te lo vedo negli occhi, mentre dormi, nel tuo modo di rispondere a tutto. Sei vivo a malapena. Però sai qual è la cosa stupenda? È che il cambiamento può essere così costante che non senti nemmeno la differenza fino a quando non cambia tutto... Può essere un processo così lento, che non ti accorgi che la tua vita è meglio o peggio finché non è diversa. Oppure il cambiamento può essere radicale e tutto è diverso in un attimo. È capitato così a me... Costruiamo questa casa insieme. Andiamo.
Ho bisogno che ogni giorno succeda qualcosa di nuovo, per sentire che la mia vita va avanti.
L'amore non è biochimicamente diverso da una scorpacciata di cioccolata.
Perché hai l'aria di chi c'è sempre. Perché pensavo non mi lasciassi mai.
- Guarda nello specchio e dimmi cosa vedi. Guarda nello specchio ho detto! Che cosa vedi?
- Una donna stupenda.
- Eh, grazie. E accanto a lei cosa vedi?
- Non lo so.
- Ah, bene... fai progressi.
- Tu dici?
- Si, prima vedevi solo merda, adesso almeno non vedi niente. Vuol dire che hai fatto pulizia. Ma ora, dobbiamo metterci qualcosa in questo niente. Non si può lasciare così. Su, guarda bene. Davanti a te. C'è niente che ti interessa in questo bel viso?
- Non molto, no.
- Guarda bene nei tuo occhi. Che cosa vedi?
- Un certo garbo
-Si, ce n'è molto. E poi?
- Gli occhi... non sono male.
- C'è bellezza, esatto, sono belli. E poi?
- Forse... anche un po' di dolcezza.
- Oh, si... molta, si. E c'è amore?
- Si... c'è molto amore, si. Troppo forse.
- Se è troppo facciamolo uscire. Dimmi che mi ami.
- Come?
- Non mi ami?
- Si, perché? Insomma provo... provo un certo... un certo affetto... però potrebbe essere anche amicizia... che che...
- Mi ami o non mi ami?
- Dal primo giorno. Dal primo istante.
- Beh, allora dillo.
- È difficile dirlo.
- Lo sai perché?
- No
- Perché a te non l'ha mai detto nessuno, vero? È difficile amarsi se nessuno ti rimanda l'immagine...
- Si...
- Ti amo Andrè... visto, hai ricevuto amore, adesso puoi dare amore anche tu...
- Ti amo Angel-A... o comunque ti chiami...
- Hai ragione... dillo ancora... senza il nome...
- Ti amo
- Bravo. E adesso guardati bene e dillo.
-... non ci riesco
- Si che ci riesci. Guarda il tuo corpo, straziato dalla mancanza di amore, di fiducia... non vedi che merita che qualcuno si occupi di lui, allora non lo rifiutare questo corpo ferito che ti ha sopportato per tanto tempo, senza mai lamentarsi? Digli che quanto è importante, quanto conta. Dagli ciò che merita...
-... ti amo Andrè... ti amo
- Sono fiera di te Andrè.
Bene andiamo a mangiare? Io ho fame!
- Che diavolo, pensi sempre a mangiare? Hai carenza d'affetto?
- Ehi, non confondiamo i ruoli!
- Hai ragione.
La musica è l'unica cosa che ha senso ormai. Suonala alta e tiene a bada i demoni.