- Owen: Ho capito di non aver detto a mia madre che sono tornato perché una parte di me è ancora di Iraq. Ho preso un impegno con l'esercito che non ho mantenuto, se la mia unità non fosse stata annientata sarei ancora là perciò è normale che io non riesca a dormire di notte o a guardare in faccia mia madre. È normale che tu ed io non possiamo stare insieme. Il mio lavoro là non è finito, finché sarà così io qui non posso restare. Perciò ho deciso di ripartire. - Christina: Io devo andare. - Owen: Christina, dai... - Christina: Dai cosa? Scusami, che cosa dovrei dire? - Owen: Vorrei avere il tuo appoggio. - Christina: Non posso dartelo.
Oggi è il giorno in cui la mia vita comincia. Per tutta la vita sono sempre stato solo io, un ragazzino che parla troppo. Oggi divento un uomo, oggi divento un marito, da oggi dovrò rendere conto ad un'altra persona oltre che a me, da oggi divento responsabile di te e del nostro futuro e di tutte le possibilità che il nostro matrimonio ha da offrire. Insieme, qualunque cosa accada, io sarò pronto, per qualsiasi cosa, per tutto, per affrontare la vita, per affrontare l'amore, per affrontare le possibilità e le responsabilità. Oggi, Izzie Stevens comincia la nostra vita insieme e ad essere sincero non vedo l'ora.
- Owen: Non puoi giudicare una persona da un unico caso. - Christina: Il paziente ha diritto di sapere chi è il suo chirurgo e non importa se per caso qualcuno si offende. [...] - Dottoressa Cambel: Cosa farebbe se all'improvviso andasse via la luce o se dovesse operare in un ospedale che non può permettersi un fluoroscopio. Come con la calcolatrice. Visto che c'è una macchina che fa i calcoli i bambini non dovrebbero imparare le basi dell'aritmetica? - Christina: Se li aiutasse ad evitare degli errori come questo. [...] - Owen: Oggi sei stata una maestra con chi aveva bisogno di una lezione ma brutale con chi aveva bisogno di comprensione. Sei stata entrambe le cose, perché io non ci riesco? - Christina: Non sono stata brutale e avevo ragione. - Owen: Giusto. Sei esattamente come lei: caparbia, con idee precise, brava. Fra 40 anni dovrò strappare quel bisturi anche dalle tue mani. - Christina: Dalle mie mani gelide di morta. - Owen: Non hai capito il punto. Voglio starti vicino per i prossimi 40 anni.
- Owen: Vorrei che mi dessi un'altra occasione. - Christina: Tu hai un po' di problemi, tu hai degli enormi problemi. - Owen: Si, si è vero. Ma esci con me lo stesso? - Christina: Si.
- Owen: Cristina volevo chiederti scusa per ieri sera. Non era mia intenzione arrivare in quello stato. - Christina: Non sei tenuto a dire niente. - Owen: Si, ma di regola se faccio la doccia con una donna la faccio senza vestiti e se entro nudo nel suo letto non mi addormento. - Christina: Non fa niente. - Owen: Non è vero. - Christina: Non è vero, però non ne devi parlare per forza.
- Christina: Sei in ritardo, molto in ritardo. Avranno chiuso la cucina. - Owen: Non volevo che pensassi che non sarei venuto. - Christina: Sei ubriaco. - Owen: Non esco con una donna da cinque anni, da prima di entrare nell'esercito. Volevo solo calmarmi un po'. - Christina: Sei in ritardo ed ubriaco. - Owen: Mi farò perdonare, te lo prometto. Tu non meriti questo, lo so che non meriti questo. Mi farò perdono rare. Io te lo prometto.
- Jimmy: Allora, non ci sono telefoni a Los Angeles, eh? - Abby: No. - Jimmy: E-mail. - Abby: Non che io abbia visto. - Jimmy: Mi stai dicendo che non ti sono mancato neanche un pochino? - Abby: Non ho detto questo.
Dopo che te ne sei andata ho giurato che se ti avessi rivisto ti avrei spezzato il cuore. Volevo ferirti come tu avevi ferito me. Fartela pagare. Ma quando ti ho vista scendere da quella barba, ho visto com'eri cresciuta, così bella. Quei sentimenti sono spariti all'istante. Tutto quello che provavo... era amore.