Auguri a te,
che il sabato eri ad aspettarmi all'uscita da scuola,
che hai pedalato al mio fianco in quelle lontane domeniche di "targhe alterne",
che mi hai accompagnato al lavoro in vespa, sotto la pioggia e sotto la neve, prima di andare in ufficio,
che mi hai sorriso e rimesso al volante, appena mezzora dopo il mio primo incidente,
che mi hai aiutato a rialzarmi, ogni volta che la vita mi aveva chiuso all'angolo.
Auguri a te,
che mi hai cresciuto, "nei vecchi valori di una volta", insegnandomi l'onestà e la correttezza, perché la vita bisogna guardarla negli occhi,
a te, che mi hai aspettato sveglio, dietro le tende della finestra in cucina con la luce accesa, la prima volta che a vent'anni, mi hai permesso di rientrare alle due di notte, ed io avevo tardato,
a te, che ora sei un arcobaleno di ricordi.
Quel tuo ultimo sguardo ha raggiunto il mio cuore come una carezza, mi ha lacerato dentro,
seminando un dolore che rimarrà indelebile sulla mia pelle.
In quel luogo, in quell'istante, ho seminato una parte della mia anima.
Continuerò a camminare lungo il sentiero della vita con te al mio fianco, nel cuore e nell'anima, e, per sempre, mi mancherai.
Auguri papà.
Composta mercoledì 16 marzo 2011
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